Storie di malattia e affidamento, testimoni di fede e di guarigione
mercoledì 9 settembre 2020
Agosto è stato un mese assai proficuo per le “Storie di pandemia” che Luigi Accattoli va raccogliendo sul suo blog. Ha cominciato il 25 maggio scorso, quando la Fase 2 era partita da poco e si festeggiavano i 300 contagi registrati come il dato più basso dall'inizio della crisi. Al 31 luglio queste storie erano infatti 13, comprese le due raccontate durante il lockdown e aggregate, a buon diritto, alla nascente antologia. Oggi sono esattamente raddoppiate. Il progetto è così presentato dal suo autore: «In queste settimane abbiamo letto e ascoltato tante storie di morti e di guariti dal Covid-19. Ho pensato di raccogliere le più interessanti: lo dico nell'ottica dei fatti di Vangelo di cui mi vado occupando». Fede e preghiera, malattia e morte, solitudine e affidamento sono i lati del perimetro nel quale queste storie sono inscritte. Non c'è da stupirsi se nelle ultime due, pubblicate il 6 ( bit.ly/3m19hHl ) e il 7 ( bit.ly/2ZgWl6z ) settembre, i protagonisti testimoniano che la loro guarigione ha a che fare con la mano di Dio. Impetrata dall'orazione di tanti nel caso di Giacomo Radoani, 70 anni, di Trento, docente all'Università del Tempo Libero e libraio. Improvvisa e altrimenti inspiegabile nel caso di Gianni Barone, di Napoli, primario di chirurgia. «Sono stato salvato anche dalla forza della supplica di tutti coloro che mi vogliono bene», dice Radoani. «Ho avuto nettissima la sensazione/visione di una folla di persone» (familiari, compaesani, amici) «che, unita e compatta come una falange, pregava, invocava, reclamava in certo senso spingendo lontano sorella morte». «Verso l'una e mezza o le due di notte mi sento avvolto da una luce calda che mi riscaldava, mentre io ero freddo a causa della febbre. Intanto un'eco nell'orecchio mi diceva: Tu questa notte guarirai», racconta Barone: ed è quello che, effettivamente e repentinamente, succede. «Ho ricevuto una grazia e ho il dovere di testimoniarla».
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