Sky Arte, la rinascita dopo i terremoti
mercoledì 11 ottobre 2017
Tra i tanti programmi che riprendono con l'autunno si rischia di lasciare per strada qualcosa di valido che non rientra nei tradizionali debutti televisivi stagionali. È il caso di Artequake-L'arte salvata, un documentario di Sky Arte che racconta la rinascita del patrimonio artistico dopo un terremoto. Andato in onda in prima tv il 26 settembre a vent'anni dal sisma che nel 1997 colpì anche Assisi e replicato sabato scorso in vista del primo anniversario dai tragici crolli di Norcia e dintorni del 30 ottobre 2016, il documentario spazia dal celeberrimo recupero delle vele della Basilica Superiore francescana fino al restauro di quella di Collemaggio all'Aquila, passando dal “bunker” di Spoleto e al palazzo Ducale di Sassuolo, dove sono conservate le opere in attesa di trovare di nuovo il loro posto in seguito al sisma che ha colpito il centro Italia lo scorso anno e a quello in Emilia nel 2012. Quello di Assisi fu ribattezzato il “cantiere dell'utopia” considerato che gli affreschi di Giotto e Cimabue andarono distrutti in 300 mila frammenti. Eppure, nel giro di due anni la basilica è tornata sostanzialmente all'antico splendore grazie a un lavoro certosino di centinaia di persone. Diverso il caso di Gemona, in Friuli, con il duomo ricostruito ex novo mantenendo però all'interno le colonne storte dal terremoto. Ancora più particolari gli interventi a Gibellina, in Sicilia, dove dopo il terremoto del 1968 numerosi artisti sono stati coinvolti in una «rielaborazione espressiva di un vissuto traumatico», ovvero in una sorta di museo all'aperto con una sessantina di installazioni. Insomma, modi differenti per affermare, come dice il critico d'arte Claudio Strinati, che «la forza di volontà di ricostruire dell'essere umano è superiore a quella della potenza distruttrice della natura». La validità del documentario di Sky Arte non sta certo in chissà quali motivi tecnici, anzi: da questo punto di vista è abbastanza tradizionale con le classiche interviste a esperti e testimoni. Il valore sta nel racconto delle ricostruzioni con l'intento di recuperare non tanto le pietre quanto le trame sociali messe a dura prova dagli eventi. È così che Artequake spiega il ruolo sociale delle opere d'arte quando diventano patrimonio identitario di una comunità, prima di un terremoto e soprattutto dopo.
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