Se la crisi mette tanti al tappeto
domenica 23 ottobre 2011
«Sono una ragazza madre, ho un figlio di 14 anni da mandare a scuola e ho anche un affitto da pagare e tutte le bollette. Non riesco più ad andare avanti, chiedo a voi un piccolo aiuto». Queste parole, scritte su un semplice foglio a quadretti, sono arrivate a "La voce di chi non ha voce" pochi giorni fa da un paese vicino a Roma. La lettera è andata ad ammucchiarsi alle altre, giunte in redazione dopo l’estate. «Vi faccio una preghiera per un aiuto per la sopravvivenza», scrive stentatamente una signora, già aiutata periodicamente da questa rubrica, in un messaggio suggellato dalla firma del parroco, che sottoscrive la situazione di estremo bisogno della donna, anche lei romana. La crisi non lascia scampo: persone già alla fame, ma che ora non riescono nemmeno a ottenere una briciola di aiuto dai servizi sociali del proprio Comune. È il caso di una famigliola della provincia di Foggia, madre, padre e bimba che a giorni compirà 9 anni e che è reduce da una malattia gravissima. Festa senza candeline, la sua, perché i genitori, disperati, non hanno i soldi nemmeno per invitare gli amichetti a casa né per farle un minimo regalo. «Non credevo che la vita potesse essere così dura», ci scrive mamma L. Il marito non riesce a trovare uno straccio di impiego, tranne un lavoro socialmente utile per 3 mesi l’anno, pagato meno di 500 euro al mese. «Ci siamo rivolti al Comune, agli assessori, ai servizi sociali. Tutti ci dicono che non possono fare niente per noi. Io ho mandato decine di domande di lavoro, non risponde nessuno – continua L. – Ma intanto ci sono le spese, e non abbiamo più un soldo». Poi ci sono gli anziani: almeno 3 gli appelli arrivati nell’ultimo mese. Una donna di 74 anni di Roma scrive che »non sa come andare avanti» con il modestissimo assegno che riceve e si intuisce che la situazione è tragica da come, con estrema dignità, «ringrazia anticipatamente» se le verrà «concesso un piccolo aiuto». La "Voce" però ha bisogno della generosità dei lettori per poter aiutare le persone disperate che si rivolgono ad Avvenire. È sufficiente un piccolo contributo; tutti insieme possiamo far sperimentare l’amicizia e la solidarietà a donne e uomini che più di tutto si sentono abbandonati e soli di fronte alla vita. Si può versare sul c.c.p. 15596208 intestato ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce", P.zza Carbonari 3, Milano. Gli assegni devono essere intestati ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce". Si può anche effettuare un bonifico a favore di Avvenire, "La voce di chi non ha voce", conto n. 12201 Banca Popolare di Milano, ag. 26, cod. IBAN IT65P0558401626000000012201.​
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