Scuole paritarie, difficile la gestione dei docenti a tempo determinato
venerdì 17 agosto 2018
Memore di analoghi precedenti, anche quest'anno l'Inps ricorda che la sospensione estiva delle attività didattiche nella generalità degli istituti di istruzione dà il via a un rilevante flusso di domande di indennità di disoccupazione presentate da insegnanti non di ruolo, cioè a tempo determinato, in genere supplenti. La verifica dei requisiti degli interessati e il calcolo delle prestazioni sono spesso rallentati oppure impediti dal mancato aggiornamento dei dati Unimens dovuti dalla scuola. Questo comporta possibili e ingiustificati ritardi nella liquidazione delle stesse indennità durante la sospensione delle attività scolastiche nei mesi di luglio e di agosto (sempre auspicando un'immediata rioccupazione di questi docenti dal 1° settembre).
I docenti interessati possono tuttavia accelerare la liquidazione della propria richiesta esibendo all'ufficio operativo dell'Istituto buste paga che riportino i dati mancanti. Le regole per l'indennità prevedono i requisiti di almeno 13 contributi settimanali versati negli ultimi quattro anni e 30 giornate effettivamente lavorate negli ultimi dodici mesi. In mancanza di cedolini idonei allo scopo, ma ininfluenti per i requisiti sostanziali, l'indennità Naspi viene ugualmente liquidata, in forma provvisoria, sulla base dei dati disponibili, salvo un eventuale successivo ricalcolo del primo importo.
Paritarie. La situazione segnalata dall'Inps incide anche sull'applicazione del decreto Dignità nelle scuole paritarie. La Fism, che associa le scuole materne religiose, e i sindacati di categoria denunciano, anche in vista dell'imminente anno scolastico, le gravi difficoltà, per i livelli occupazionali del settore, delle nuove norme che contraggono la durata massima dei lavori a tempo da 36 a 24 mesi. Di fatto però la limitazione del tempo determinato si riduce a soli 12 mesi. Le scuole paritarie non dispongono infatti, come altri datori di lavoro, di causali specifiche che consentono il rinnovo o la proroga fino a 24 mesi dei contratti di lavoro a tempo determinato. Né sono ipotizzabili assunzioni in massa a tempo indeterminato, in un settore da sempre in lotta per le risorse minime. La nuova legge si inserisce nella gestione delle scuole materne nel momento in cui si è già di fatto realizzata la formazione annuale delle classi rispettando la precedente normativa.
I docenti interessati, impediti nella continuità dell'attività didattica e lavorativa, subiscono anche un danno a lungo termine. Il mancato rinnovo del contratto provoca un'imprevista e imprevedibile interruzione del loro percorso previdenziale, sebbene precario sin dal suo insorgere.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI