“Scherzi a parte”, non sempre si ride
martedì 20 settembre 2022
Un programma che supera i trent'anni significa che trova un qualche riscontro nel pubblico. In effetti, Scherzi a parte, domenica sera su Canale 5, ha raccolto 2 milioni di telespettatori alla prima uscita stagionale, l'ennesima dopo l'edizione d'esordio in quell'ormai lontano febbraio 1992 allora su Italia 1. Da tempo il tormentone «Sei su Scherzi a parte!» è entrato pure nel linguaggio comune. Il principio del programma è quello classico della candid camera, ma in questo caso molto più articolato perché prevede situazioni complesse per uno scherzo la cui preparazione richiede tempo, posizionamento di microcamere, microfoni, coinvolgimento di attori, comparse e soprattutto la complicità di parenti, amici o colleghi del malcapitato. Per realizzare alcuni scherzi ci vogliono mesi (per quello all'atleta Marcel Jacobs che vedremo prossimamente si parla di cinque) e in alcuni casi nemmeno riescono. Le vittime dello scherzo sono generalmente personaggi conosciuti del mondo dello spettacolo, dello sport o del giornalismo. I cosiddetti “scherzati” vengono poi invitati a rivedere e commentare i video con il rischio, da questa edizione, di ulteriori e per niente simpatici scherzi anche in studio. Alla conduzione per il secondo anno consecutivo è tornato Enrico Papi, che oltre a gestire lo studio funge da voce narrante. Gli scherzi non sempre fanno ridere e vengono per questo “aiutati” dalle risate finte in sottofondo. Il più delle volte i personaggi finiscono per mostrare il lato peggiore di loro stessi, innanzitutto attraverso un linguaggio decisamente volgare, altre volte anche con reazioni manesche. Dopo di che, pur di apparire, danno il consenso a che lo scherzo sia mandato in onda accettando figure che loro stessi definiscono in modo consono al linguaggio usato in precedenza.
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