Il giudice Livatino: non chiamatelo ragazzino!
venerdì 7 maggio 2021

Giovane lo era senza dubbio, ma certo non era un ragazzino, espressione che ha in sé qualcosa di odioso, tanto più quando è usata nei confronti di un adulto., come un diminutivo che insinua il sospetto di inadeguatezza. Ragazzino non era il giudice Rosario Livatino, ucciso in un agguato per mano di mafia a 37 anni, il 21 settembre 1990 su un viadotto lungo la strada che da Caltanissetta conduce ad Agrigento. Un uomo buono e semplice, un uomo giusto, un credente, un giudice che aveva fatto del rigore e del coraggio il suo metodo di lavoro e il suo stile di vita. Aveva indagato con cura i rapporti tra la mafia e potere economico, portando alla luce i sistemi criminali con cui si finanziavano mafiosi e politico con denaro sporco. Dunque svelando gli intrecci tra mafia, imprenditori e politica.

Per questo la mafia gliela aveva giurata. A trent’anni dall’assassinio e nell’occasione della sua beatificazione, questo libro Non chiamatelo ragazzino (Edizioni Paoline; 10,90 euro) - firmato da Marco Pappalardo, insegnante e giornalista e illustrato da Roberto Lauciello - ne ripercorre la vita, il lavoro, l’ impegno nella lotta alla criminalità organizzata, i valori che lo hanno guidato, la coerenza e il sacrificio. L’altissimo senso del dovere, dello Stato e delle istituzioni, la grande umanità. Molte cose parlano di lui tra queste pagine: la sua città, le storie della sua infanzia, i suoi studi scrupolosi e profondi, lo stile integerrimo di magistrato in prima linea ma lontano dai riflettori, i documenti che confermano la coscienza della pericolosità del suo mestiere. Una lettura per tutti, adulti e giovani, un messaggio di coraggio, un modello di vita autentica e generosa su cui riflettere. Dai 13 anni

C’è qualcosa che non va quando chi dovrebbe esercitare la legge in nome della giustizia e nel rispetto delle persone usa prepotenza e violenza gratuita. Questo è un messaggio che anche i più piccoli possono e devono comprendere. E questo albo Via di Qua! firmato dal francese Henri Meunier e illustrato da Nathalie Choux per Jaca Book (14 euro) è perfetto per raccontare l’assurdità di certi abusi, l’urgenza del rispetto dei diritti delle persone e di ogni diversità.

In un parco dove grandi e piccini trascorrono tranquillamente la giornata arriva a sirene spiegate il furgone della polizia: subito i poliziotti si accaniscono su una signora di colore che ha lasciato a casa i documenti, poi su un gatto verde e persino su uno strano uccello… Che sia proprio l’aspetto eccentrico di questi personaggi a essere preso di mira dai poliziotti? Forse è la diversità a fare paura e a scatenare l’aggressività? Un comportamento inaccettabile. La conclusione, e qui l’intervento dell’adulto che legge è indispensabile, riguarda l’idea che tutti abbiamo gli stessi diritti e che nessuno deve essere discriminato. Dai 4 anni

Pulcino vorrebbe tanto volare, affascinato dai ghirigori che gli uccelli fanno in cielo. Ma quando scopre che mamma chioccia, pur avendo le ali non può volare se ne va, un po’ inquietato in cerca di un maestro di volo. Ma cosa può capitare a un pulcino solo per il mondo, per quanto intraprendente e sicuro di sé? Cosa succede se oltre a non a non trovare nessuno disposto a dargli lezioni, il cielo si riempie di nubi minacciose?

Chi lo difenderà dalla pioggia imminente? Le ali inadatte al volo della mamma saranno una dolce protezione per il piccolino? Un racconto illustrato sulla fretta di crescere e sul bisogno di autonomia dei bambini legati alla necessità che gli adulti permettano loro la libertà di sperimentare. A piccoli passi ma sempre pronti a sorreggere gli inciampi e a consolare le sconfitte. Pulcino (12,90 euro) è il primo albo scritto e illustrato da Chiara De Fernex, di una miniserie pubblicata da Albe Edizioni. Segue Questo uovo non lo voglio (14,90 euro) la storia di un pulcino figlio unico che si trova a fronteggiare la gelosia per il fratellino nuovo arrivato. Lieto fine assicurato. Dai 3 anni.

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