Ecco i libri da leggere per diventare grandi
martedì 5 febbraio 2019

Quaranta come i giorni del Diluvio universale, i ladroni di Alì Babà e le caselle del Monopoli. Un numero un po’ magico quello scelto da Pierdomenico Baccalario per mettere in fila uno dopo l’altro quei libri utili alla formazione di un buon lettore. Libri speciali, capaci di solleticare e far crescere il gusto per la lettura e dunque affinare buoni palati. Libri che, una volta finiti, fanno scattare la voglia di leggerne altri. Il libro dei libri da leggere per diventare grandi (Einaudi Ragazzi; 16 euro) va preso come i buoni consigli di un amico; perché il mercato sforna quantità enormi di proposte e poiché scovare i libri di valore non è così facile – non sempre sono quelli che ottengono gran successo – va da sé che bisogna imparare a farlo da soli.

Tra i quaranta titoli proposti c’è attenzione a età e generi diversi, ai classici di ieri e di oggi: si va a Il Gruffolò, Il piccolo bruco Maisazio, o Il Paese dei mostri selvaggi a Pippi Calzelunghe, L’incredibile storia di Lavinia, L’isola del tesoro, Favole a Telefono o La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Dal buio oltre la siepe a Sette minuti dopo la mezzanotte.... Scelta ovviamente parziale e personale quella di Baccalario: i libri meritevoli sono tantissimi, e innumerevoli le piste di lettura proponibili, ma da qualche lista si deve pur partire. E questa è un’ottima lista.

Definito da molti “il libro perfetto”, non si esagera a ritenere Il piccolo bruco Maisazio un piccolo capolavoro. Creato da Eric Carle nel 1969 e tradotto in oltre quarantacinque lingue, ha venduto quasi trenta milioni di copie nel mondo. Riconoscibile nel tratto dei suoi disegni a collage a colori vivaci realizzati con carte dipinte a mano, Carle – oggi ottantanovenne - è uno dei più noti illustratori di libri per la prima infanzia.

Del bruco dall’appetito smisurato Mondadori ha appena mandato il libreria una nuovissima edizione pop-up che permette ai più piccoli di sperimentare la storia in modo nuovo. Grazie alla terza dimensione è possibile seguire il cammino del bruco da quando una domenica mattina, uscito da un ovetto se ne va in cerca di cibo per tutta la settimana, sgranocchiando e ovviamente bucando tutto ciò che incontra nel suo cammino: frutta, verdura e poi di tutto e di più, dal cioccolato alla salsiccia dal salame al lecca lecca. Una necessità di crescita più che golosità, che precede la grande, magnifica trasformazione. Una storia da leggere con gli occhi prima ancora che ad alta voce, richiamando chi ascolta alla bellezza delle immagini e alla meraviglia dell’architettura delle pagine. Da trattare con delicatezza e rispetto. Dai 2 anni.

Per alcuni il giorno più riconoscibile della settimana è il sabato, perché non c’è scuola e si va in piscina, a pallavolo o a calcio. I bambini sanno anche che la domenica attorno al tavolo da pranzo ci si ritrova tutti e magari ci sono pure i nonni; e poi che la giornata è a sorpresa. Per il resto l’idea del tempo che procede per giorni, settimane e mesi, resta un concetto astratto e complesso da capire, fino all’ingresso nella scuola elementare. Non è detto però che non sia utile aiutare i più piccoli, ancor prima della scuola a comprendere il senso del tempo.

Aiutarli a collocarsi nello scorrere dei giorni, traducendo in concreto quel concetto astratto. Maria Montessori l’ha chiamata linea del tempo. La propone l’editore Galluci nella collana Librido, libri ibridi, a metà con il gioco, realizzati con materiali diversi e pieni di nuove idee. La linea del tempo Montessori (11,70 euro) è una lunga striscia, divisa per mesi, stagioni e giorni che permette al bambino di abbracciare in un solo colpo d’occhio un anno intero. L’adulto dovrà essere d’aiuto alla personalizzazione della linea attraverso la serie di adesivi che contraddistinguono i mesi e le stagioni, la frutta, la verdura, i fiori, gli abiti e poi i giorni di festa e gli eventi speciali della propria famiglia e degli amici. Raccontato in sintesi sembra un lavoretto, invece è un bell’impegno che ci si prende con il proprio figlio, da rendere routine qualche minuto ogni giorno. Pian piano il bambino imparerà a orientarsi dentro il passare del tempo visualizzando e comprendendo anche il senso di ieri e di domani. Tutto lascerà un segno. Dai tre anni.

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