Ti voglio bene per come sei
martedì 27 ottobre 2020

Pubblicato per la prima volta in Francia nel 2006 con il titolo “Mon amour”, questo, come lo ha definito l’autrice Beatrice Alemagna, è un libro di gioventù, il quarto degli oltre quaranta pubblicati a oggi. Un albo inconsueto, ricamato e cucito, nato dalla voglia giovanile di tentare nuove strade espressive,all’interno di una propria personale rivoluzione. Un’uscita dalle proprie consuetudini per abbracciare uno stile tattile diverso, realizzato attraverso tessuti, fili, bottoni e pizzi - materia che le mani delle donne da sempre girano e rigirano carezzevolmente – che le pareva ben si legasse al titolo del racconto.

Mio amore (18 euro) che l’editore Topipittori ha da poco mandato il libreria è un racconto sull’identità, su come ci si rappresenta e come ci vedono gli altri. Lo strano animale protagonista della storia che Beatrice Alemagna ci presenta a partire dalle zampette tutte diverse e un po’ tozze a sorreggere un corpo informe è una creatura esteticamente bizzarra, un coso con i piedi di cane e la testa di un maiale. Un essere della stessa pasta imperfetta, sbagliato da capo a piedi come lo erano “I cinque malfatti “protagonisti del best seller dell’illustratrice uscito nel 2014. Fosse per lui non ci sarebbero problemi senonché la gente non fa che rimandargli una conferma della propria anomalia. Chi lo riconosce come un gatto, chi lo scambia per una scimmia ridicola, chi per un topo. Questo produce le sguardo superficiale di chi osserva senza emozione, mentre gli occhi dell’affetto sanno andare al cuore dell’altro e amare in modo incondizionato. L’amore non ha riserve, si ama l’altro per ciò che è e si è amati davvero per ciò che si è, non per come si appare. Una verità che tutte le pagine di Beatrice Alemagna riescono a fare arrivare al cuore anche dei più piccoli. Dai 3 anni

E che cosa è se non amoroso, il gioco che vede rincorrersi un coniglietto e la sua mamma? Il cucciolo vuole scappare via, forse solo per divertirsi o forse per mettere alla prova la mamma con il suo desiderio di autonomia : se lui andrà lontano, lei lo lascerà solo? Le provocazioni sono numerose perché il piccolino minaccia di allontanarsi mimetizzandosi in mille modi, pur di dimostrare la propria indipendenza, ma ogni volta la mamma lo prende in contropiede: lui provi pure a sperimentare com’è il mondo lontano da casa lei saprà vigilare con attenzione affettuosa e intervenire in caso di bisogno. Dove scappi coniglietto? è uno dei lavori più famosi di Margaret Wise Brown: pubblicato nel 1942 da HarperCollins negli Stati Uniti è diventato un classico amato da generazioni di bambini.

Sempre HarperCollins lo pubblica ora anche in Italia, con la traduzione di Beatrice Masini e le illustrazioni di un grande artista come Clement Hurd che alterna tavole doppie al tratto in bianco e nero (i desideri di fuga del coniglietto) alle suggestioni di intere pagine doppie a colori quando la parola passa alla mamma. Dai tre anni

Chi era Margaret Wise Brown? Riprendendo il titolo di uno degli albi scritti dall’autrice americana (“La cosa più importate”, pubblicata in Italia da Orecchio Acerbo), ce lo racconta in un albo sempre di HarperCollins (18 euro), Mac Barrnett, autore pluripremiato e spesso in cima alle classifiche del New York Times, in una breve biografia illustrata da Sara Jacoby, altra artista di talento con riconoscimenti internazionali.

La cosa più importante di Margaret Wise Brown è un bell’albo di 42 pagine per dire con semplicità e in una sintesi poetica adatta a un pubblico di piccolini, dei 42 anni di Margaret Wise Brown, la vita breve, stravagante ma comunque straordinaria (1910-1952) di una delle autrici più geniali che hanno scritto per bambini. Un pubblico, era convinta, che meritava libri veri, ben fatti. E questa era in effetti la cosa più importante per lei. Dai 5 anni

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