La scuola dei Marsù, creature fantastiche della giungla
martedì 20 febbraio 2018

In fabbrica Sonia Maria Luce ci entra a trent’anni, per bisogno e anche per scelta. Il bisogno di guadagnarsi da vivere, di essere indipendente e bastare a se stessa, ma anche di capire cosa succede dentro quei grandi spazi umidi, grigi che odorano perennemente di ferro. Il lavoro non è soltanto duro, otto ore per cinque giorni la settimana, è monotono, assordante e ha un che di ripugnante, per via di quell’odore di ferro e muffa che impregna l’aria e ti resta addosso anche se a sera cerchi di mandarlo via fregando il sapone sulla pelle. Unica donna in una fabbrica di uomini, Sonia da tipo solitario qual è mette giù la testa, lavora e non si dà per vinta, anche se ci sono giorni in cui la tentazione di mollare tutto è grande.

Nonostante le sue brutture la fabbrica ha una specie di pregio: la fatica è democratica, rende tutti uguali. E lei è una donna coraggiosa, “curiosa e affamata di vita”, che non ha rinunciato ai sogni. Che vuole capire e vedere nel mondo la bellezza, anche dove è difficile scovarla. Nella pausa del pranzo Sonia disegna, disegna tutto, ossessivamente, brandelli di capannone, finestroni in frantumi, cartelli arrugginiti, banconi zeppi di ferri, la fabbrica vuota e i compagni in tuta da lavoro. Ne escono tavole di grande intensità, tutte di un grigio ferro e cemento deprimente, che accompagnano come un documento di verità il racconto, che fantasia non è perché prima di diventare una affermata illustratrice Sonia Maria Luce Possentini in fabbrica ha lavorato sul serio, figlia di quella cultura dell’impegno per cui tutto serve e bisogna imparare a fare tutto, anche quello che è brutto, perché in caso di necessità si è già allenati. La prima cosa fu l’odore del ferro è lo straordinario racconto scritto e illustrato di quei tre anni infernali, tra rumore e freddo che gela le ossa d’inverno e rumore e caldo soffocante d’estate, fino al giorno in cui davanti alla fabbrica arriva un cane nero senza collare né medagliette. E sembra scegliere proprio lei come compagna. I due si annusano, le due solitudini si specchiano l’una nell’altra. Lui con la coda, lei con le parole entrano in sintonia e nulla è più come prima. Pubblica nella collana Il Quaderno quadrone l’editore Rrose Sélavy. Bellissimo. Dai 13 anni

Ci voleva l’arte di Benjamin Chaud, la sua capacità di disegnare personaggi con una giusta dose di tenerezza e di umorismo, per ridare vita ai Marsupilami, fumetto creato dallo sceneggiatore André Franquin nel 1952, pubblicato dal settimanale “Spirou" e poi diventata una serie animata firmata Disney per la tv. Una vita ovviamente del tutto autonoma perché Chaud trae ispirazione dal fumetto ma ai piccoli Marsù regala tratti e storie del tutto originali, ideali da condividere in una lettura che punti soprattutto all’osservazione delle immagini. Chi sono i Marsù? Un’allegra e felice famigliola di una specie a metà tra un leopardo e un cane ma con una lunga, anzi lunghissima, coda prensile che ricorda quella delle scimmie.

Nel loro mondo succede quello che può accadere nelle case e nelle famiglie di tutto il mondo, dove ogni giorno inizia con la sveglia, la doccia e una colazione a gran velocità per non arrivare in ritardo a scuola. Una scuola all’aria aperta cui partecipano i cuccioli di tutta la foresta: tra gli alberi si studia musica e ginnastica, si va a mensa e si fa pure il pisolino come racconta La scuola dei piccoli Marsù primo dei due albi della serie pubblicata da bohem press (15,80 euro): pagine in cui è bello perdersi tra la miriade di fantasiosi e divertenti piccoli animali che fanno da contorno ai Marsù. Ai quali – e questo è l’imprevisto raccontato nel secondo albo – può succedere di perdere la casa spazzata da una violenta tempesta. Ma lasciare la giungla, il proprio ambiente, in cerca di una nuova sistemazione non è affar semplice perché gli stranieri non sono sempre ben accetti... Si annunciano tempi duri, ma Il nuovo nido dei piccoli Marsù alla fine troverà una collocazione strategica. Dai 3 anni

Del tedesco Ole Könnecke, geniale e superpremiato autore e illustratore, non possiamo non ricordare la serie dedicata alle avventure del piccolo pestifero “Camillo” nonché “Le avventure di Lester e Bob”, il papero faccendone e l’orso goffo e impacciato, entrambe pubblicate da Beisler editore, entrambe connotate da un sottile e godibilissimo humor per tutte le età. Ora, con la sua consueta lieve ironia Könnecke scrive e illustra sempre per Beisler editore un albo dedicato allo sport, Che sport, lo sport! (15,90 euro). Una carrellata divertente a proposito di calcio, di pattinaggio, di sci in tutte le sue specialità, equitazione, hockey e basket, atletica e motociclismo, tennis e ginnastica.

E di tanto altro ancora. Sport da praticare soli o in gruppo, costosi come il golf o l’ippica, a buon mercato come la corsa dove servono solo un paio di gambe buone e un po’ di fiato. Di ciascuno Ole Könnecke racconta regole e curiosità ma il bello sta nell’illustrazione: gli atleti, tutti improbabili animali in magliette e calzoncini o divise di squadra, sono esilaranti. Che dire dell’alce sul surf, dei cani in arrampicata sulla parete rocciosa o dei coccodrilli in cordata verso la vetta, del toro e del maiale con i guantoni sul ring, dell’elefante campione di basket, della squadra di alci sul campo di hockey o della mucca che si lancia nel salto in alto? Spassoso, anzi spassosissimo. Dai 5 ai 99 anni.

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