Sabatini ha letto Màrquez, ma da noi conta “0” titoli
sabato 16 aprile 2022
Con un'Europa sotto scacco atomico, grazie a Putin, sarebbe gradito evitare le guerre del pallone, come quelle che raccontava, tra un conflitto bellico e l'altro, Ryszard Kapuscinski (leggere il suo La prima guerra del football e altre guerre di poveri). Il finale di partita Atletico Madrid-Manchester City, con la polizia costretta ad entrare nello spogliatoio per evitare gli assalti frontali violenti tra i giocatori spagnoli e quelli inglesi, è stato un “euroautogol” clamoroso, da non ripetere mai più. Meno botte ma botti dialettici qui nel Paese degli squilibri. Caro Walter Sabatini, sarebbe bello vivere in un'Italia meritocratica e piena di punti fermi, in cui ognuno di noi potesse essere almeno influencer di se stesso o meglio ancora «come il Beato Carlo Acutis influencer di Dio» (cito papa Francesco). Tiro in ballo il ds della Salernitana Sabatini, perché lo conosco come fumatore indefesso e pensatore fumantino, ma sono rimasto colpito, anzi amareggiato, dalle sue parole di denuncia dopo la gara dell'Olimpico, persa ingiustamente dal club campano. «Con tutto il rispetto per la Roma e per il risultato devo dire che ho assistito a delle cose ignobili dal punto di vista sportivo – ha tuonato a fine gara Sabatini – . A ogni fallo laterale si alza tutta la panchina per pressare gli arbitri che già di loro hanno una personalità blanda. L'arbitro fischia un anticipo pulito come punizione per la Roma e poi c'è il gol...». Fin qui normale amministrazione polemica, più o meno partigiana, ma è quest'ultimo passaggio che deve far riflettere: «Io perdo e so che devo perdere ma vorrei perdere in un'altra maniera. Mourinho magari di me dirà: “Ma chi è questo?” Io non ho vinto un c**** ma ho fatto molto, ho letto molto, ho letto Hemingway e Pessoa e mi curo della vita. E questa è una vita invivibile perché è fatta di arroganza e dislivelli. Noi vogliamo giocare, salvarci e non meritiamo questo comportamento». Per la seconda volta in sette giorni di pensieri semicattivi, devo difendere Mourinho che per l'atteggiamento antisportivo di un suo collaboratore in panchina poi è andato a scusarsi personalmente con quel gran signore che è Davide Nicola, mister della Salernitana, purtroppo cornuta e mazziata. Sul fatto che Sabatini sia un lettore forte lo sappiamo dai tempi di Calci e sputi e colpi di testa, il più bel libro scritto da un calciatore italiano, il suo ex compagno di lotte ai tempi del Perugia, Paolo Sollier. È stato proprio il bomber pasionario a indirizzare Sabatini alla lettura, regalandogli la prima edizione di Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Márquez. E Sabatini ne fece buon pro, al punto da chiamare suo figlio Santiago, come il protagonista di Cronaca di una morte annunciata, opera dello stesso premio Nobel Márquez. In quel titolo a lei caro e famigliare, caro Walter sta già scritto l'esito del momento attuale del nostro calcio.
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