Rocco Schiavone ripiegato su di sé
venerdì 4 ottobre 2019
Se non ci fossero stati i cellulari e i termometri per la febbre, la prima puntata della terza serie di Rocco Schiavone (il mercoledì in prima serata su Rai 2) non sarebbe nemmeno partita. Inutile anche l'immancabile loden, perché nella circostanza è rimasto quasi sempre all'attaccapanni. Il vicequestore "romano de Roma" spedito per motivi disciplinari ad Aosta non è uscito di casa se non alla fine, bloccato tra letto e poltrona, brodini e plaid sulle spalle. Del resto se ti affacci in terrazza a torso nudo nel pieno dell'inverno valdostano può anche succedere. In realtà la febbre di Rocco è ben poca cosa, è più tristezza che altro, è tormento, malinconia. All'inizio di questa stagione, il personaggio nato dalla penna di Antonio Manzini appare ancor più ripiegato su stesso, con l'aria sofferente più del solito. Le ambientazioni sono grigie, il colore assomiglia a tratti a un bianco e nero. Nelle prima delle quattro storie previste è coinvolto anche un ex prete, che ha tradito il segreto confessionale. La cosa permette al controverso vicequestore di interrogarsi in maniera approssimativa sulla fede, lui che non ha mai creduto, ma soprattutto si interroga sulla vita, spronato dalla moglie, rimasta uccisa a suo tempo in un agguato, che continua ad apparirgli più come un angelo custode che come un fantasma. Per il resto è il Rocco Schiavone di sempre: cinico, scorbutico e sarcastico. Un poliziotto totalmente fuori dagli schemi e spesso fuori anche da quella legge che è chiamato a far rispettare agli altri. È un giustiziere contro giustizia, un modello sbagliato di tutore dell'ordine. I modi e il linguaggio non vanno per il sottile, anche se in questo primo episodio della terza serie abbiamo contato qualche volgarità in meno del solito. Ciò non significa che non ci siano. Tra l'altro la poca febbre non gli impedisce di ospitare in casa prostitute di alto bordo. La nuova stagione è iniziata con una precisa indicazione: «I soldi stanno sul comodino». A parte i tormenti del personaggio interpretato da un Marco Giallini con gli occhi sempre più strizzati, a tenere su il tutto, come nelle varie serie del genere, ci sono gli omicidi, le indagini e l'intuito del protagonista nel risolvere i casi.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: