Ritorna la «Greek Passion» di Martinu censurata dai comunisti cecoslovacchi
domenica 20 marzo 2011
La Greek Passion di Bohuslav Martinu (1890-1959) non è una composizione sacra vera e propria, ma un'opera teatrale la cui trama è però ricca di riferimenti e richiami simbolici all'esperienza di una fede concretamente vissuta; l'artista boemo l'ha ricavata dalla novella Cristo di nuovo in croce di Nikos Kazantzakis (l'autore di Zorba il Greco) e ne ha predisposto un adattamento musicale di forte carica provocatoria.
La storia è ambientata nel villaggio greco di Lykovrissi dove, con l'avvicinarsi della Pasqua, si prepara una rappresentazione della Passione di Cristo. Al sacerdote Grigoris spetta l'assegnazione dei vari ruoli; quelli principali spettano al pastore Manolios (Gesù), al venditore ambulante Yannakos (Pietro), alla vedova Katerina (Maria Maddalena) e al suo amante Panait (Giuda).
Ogni futuro sviluppo delle vicende " dai piccoli gesti della vita quotidiana alla difficile scelta di come comportarsi di fronte alla richiesta di asilo da parte di un gruppo di rifugiati arrivati da un piccolo paese distrutto dai turchi " prende spunto da qui e mette in moto una serie di dinamiche psicologiche e comportamentali che indurranno ogni abitante ad assumere sempre più la personalità e la vocazione spirituale dei loro personaggi, al punto da culminare nel tragico scontro che porterà Panait/Giuda a uccidere Manolios/Gesù.
Completata nel 1957, la Greek Passion fu più volte rivista dal compositore, che però non poté mai vederla in scena, anche perché fortemente osteggiata dal regime comunista cecoslovacco per i chiari riferimenti religiosi del libretto. Di assoluta rilevanza storica e artistica è la prima incisione discografica completa della partitura originale, realizzata nel 1981 dal Coro e dall'Orchestra Sinfonica della Radio di Praga diretti da Libor Pe"ek (2 cd ripubblicati da Supraphon e distribuiti da Sound and Music); un documento fedele che restituisce l'impronta autentica del lavoro, supplendo alla mancanza di organicità dell'impianto musicale con la sottolineatura della travolgente tensione drammatica che si incrementa progressivamente lungo i quattro atti del melodramma, stemperata qua e là da momenti di sospensione in cui l'attenzione viene riservata alle riflessioni "fuori campo" dei singoli protagonisti.
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