Riti di fine scuola: la carica, gli auguri e i segni nelle anime
venerdì 19 giugno 2020
Tre diverse voci intervengono nella blogosfera ecclesiale per accompagnare gli studenti nei riti di passaggio della loro carriera scolastica: l'esame di maturità, quello di terza media e la fine della quinta elementare. Comincio dalla voce, anzi dal vocione, di don Fabio Rosini, sacerdote romano molto popolare in Rete. Regala ai ragazzi che finiscono l'uno e l'altro ciclo della scuola secondaria un video di 5 minuti ( bit.ly/2UTiXaL ) in cui suona la carica necessaria ad affrontare la «prova», spiega in cosa consisterà l'aiuto del Signore e non fa mancare un pizzico di scaramanzia: «A tutti quelli che vedranno questo video andrà tutto bene, ne sono certo. Comunque andrà tutto bene, perché comunque ti servirà». Marco Pappalardo, insegnante di lettere di Catania e firma di "Avvenire", su "Vino Nuovo" ( bit.ly/2Ye2wYX ) augura ai «carissimi maturandi» che «la maturità di ciascuno prescinda da questo esame, superi i crediti e i voti, persino i più alti, ma sia un percorso – in atto e in divenire al contempo», del quale elenca con passione i più alti traguardi: nei sentimenti, negli affetti, nelle scelte quotidiane e straordinarie, davanti alle gioie e alle sofferenze, non compromettendo la vita, la dignità e la verità. Infine Andrea Gironda, insegnante di religione nella scuola elementare, che dal blog "La Bibbia giovane" ( bit.ly/3fyyTr5 ) racconta con rammarico come si è congedato dalla sua quinta secondo le modalità a distanza imposte dal Coronavirus. «Si percepisce un'emozione particolare. Traspare la consapevolezza di non poterci abbracciare, stringerci la mano, si riconoscono nei nostri volti le emozioni che ci hanno legati in tutti questi anni». Descrive la propria resistenza a chiudere il collegamento e l'amarezza provata dopo, «come quando si mangiano cinquanta ciliegine e l'ultima è disgraziatamente quella meno saporita». Pieno di gratitudine verso «la vita che è l'arte dell'incontro», definisce la scuola «una grande storia d'amore», che «lascia segni indelebili nelle nostre anime».
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