Razzismo senza limiti: Vinicius subisce, ucraini colpiscono
sabato 28 ottobre 2023
Abbiamo scoperto che esiste anche un “razzismo al contrario”. È accaduto nella semifinale dei Mondiali di rugby in Francia: il colored sudafricano Bongi Mbonambi, forte tallonatore degli Springboks, ha apostrofato pesantemente il terza linea dell’Inghilterra, il bianco Tom Curry. L’arbitro Ben O’Keeffe al 28’ del primo tempo si è sentito chiedere da Curry: «signore se il loro tallonatore mi chiama “white...” (“bianco di m...”) che devo fare? «Per favore niente» la risposta lapidaria del direttore di gara.
Episodio riportato da Riccardo Maccioni nell’online di Avvenire. Curry non ha fatto nulla, anzi da autentico gentleman non ha proferito parola sul fattaccio neppure nella conferenza stampa post match, dove di solito allenatori di calcio, presidenti e calciatori si sfogano anche contro l’amministratore del loro condominio. Stasera Parigi si disputa la finalissima del Mondiale, il Sudafrica sfida i mitici neozelandesi, gli All Blacks, e Mbonambi ha rischiato di saltare la partita ma la federazione britannica non ha presentato reclamo. Gli inglesi si confermano sportivi e anche molto attenti alla piaga del razzismo: hanno appena denunciato la squadra femminile dell’Arsenal che è composta esclusivamente da calciatrici bianche (27 in rosa più il mister, Jonas Eidevall). Il club londinese, i Gunners (i cannonieri) non hanno replicato con una cannonata dialettica, ma con una risposta in pieno fairplay style: «Riconosciamo che la nostra attuale prima squadra non riflette la diversità esistente nel club e nelle comunità che rappresentiamo. Ma in tutte le nostre squadre, compresi i settori giovanili maschili e femminili, siamo orgogliosi che giocatori dai background diversi abbiano contribuito alla nostra storia, al nostro successo e alla nostra cultura». Se continua così, rimarrà nella storia e nella cultura del Real Madrid, anche il 23enne stella brasiliana Vinicius che vanta già anche il record di episodi a sfondo razzista subiti. Per la statistica, l’ultimo, durante la “garra” Siviglia-Real, lo ricorda il diretto interessato: «È stato il 19°» e quello che impressiona è che il razzista in questione non era un folle ultrà adulto, ma un bambino. «Sfortunatamente ho ricevuto un video e il protagonista dell’insulto razzista è un bambino - spiega Vinicius - Mi dispiace molto che non ci sia nessuno che ti educhi. Investo tanto nell’educazione in Brasile per formare cittadini con comportamenti diversi da questo». Gli imbecilli razzisti non hanno età e non si fermano mai, neppure davanti alla guerra. È il caso di quegli pseudotifosi dell’Ucraina che sul neutro di Wroclaw, in Polonia, nell’eurosfida contro l’Inghilterra
e poi con la Nazionale di Spalletti a San Siro sono stati segnalati alla Uefa per episodi di razzismo. Pena: il 20 novembre sul neutro di Leverkusen quando l’Ucraina affronterà l’Italia dovrà tenere un settore vuoto da 5mila posti. Forse è il caso di aggiornare la frase di Churchill sugli italiani parlando degli ucraini «che vanno alla guerra come fosse una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse la guerra». © riproduzione riservata
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