Raznovich a Macondo Esperimento riuscito
martedì 31 ottobre 2023
Anche Camila Raznovich raddoppia. All’appuntamento pomeridiano domenicale con Kilimangiaro, la conduttrice aggiunge, per quattro settimane il sabato in prima serata sempre su Rai3, un programma dal titolo Macondo, ispirato a Gabriel García Márquez e alla sua città immaginaria descritta nel romanzo Cent’anni di solitudine. In qualche modo Macondo è la terra pacificata dove tutti vorremmo abitare, dove natura e uomo convivono in armonia, dove i rifiuti non sono un problema ma una risorsa, dove l’aria è pulita e l’acqua è limpida. Si tratta dunque di uno show sull’ambiente alla luce dei cambiamenti climatici e come tale ha il merito di sensibilizzare il pubblico televisivo su un problema reale che riguarda il futuro del nostro pianeta, indicando cosa noi per primi possiamo fare. Resta la non facile impresa di mixare l’approfondimento divulgativo con l’intrattenimento e la leggerezza di un programma del sabato sera. Macondo ci prova: lo fa con la Raznovich che, oltre alla normale conduzione, rispolvera la sua verve da showgirl accennando a passi di danza e facendo persino la verticale davanti a Juri Chechi; lo fa con la musica, quella dei Gaudats Junk Band, originale gruppo toscano che suona con strumenti fatti di scarti, interamente riciclati (la chitarra, ad esempio, è realizzata con una cassa da vino, gli scarichi di un lavello e un battiscopa); lo fa persino con una sorta di docureality sull’avventura di una giovane poco green che affronta cinque giorni di vita in una casa di montagna disabitata, senz’acqua e senza luce. Completano le due ore di Macondo la presenza fissa del climatologo Luca Mercalli, le interviste a scienziati su temi specificamente ambientali (ad esempio al Nobel Giorgio Parisi) e reportage che raccontano le storie di chi si impegna a salvaguardia della natura. Insomma, Macondo è un esperimento televisivo che valeva la pena tentare. © riproduzione riservata
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