Rai 1, ora sì che è una storia da cantare
martedì 26 novembre 2019
Le premesse c'erano tutte: «Tre serate evento per raccontare e rivivere Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla e Lucio Battisti. Tre miti della canzone italiana che hanno accompagnato la vita di intere generazioni e raccontato l'Italia». Ma la partenza di Una storia da cantare, il sabato sera su Rai 1, non è stata delle più felici. Non certo per colpa di De André, al di là della voce inimitabile, né tantomeno di Dori Ghezzi, moglie dell'artista genovese, quanto soprattutto per alcune ospiti come Ornella Vanoni e Loredana Berté, che hanno mostrato scarsa disciplina e ben poca signorilità, soprattutto nel linguaggio. Per di più il bravo Enrico Ruggeri, qui nelle vesti di conduttore insieme a Bianca Guaccero, si è ritrovato con poca voce e non sempre a suo agio in una diretta così impegnativa dal grande Auditorium Rai di Napoli. Dopo di che, la settimana tra la prima e la seconda serata è senz'altro servita per mettere a punto alcune cose e il programma è decollato. Sia chiaro, anche al debutto ci sono state cose buone ed esibizioni di tutto rispetto a partire dalla Pfm e Nek, ma nella seconda puntata, quella di sabato scorso su Lucio Dalla, tutto ha funzionato molto meglio con ospiti capaci di grande spettacolo come Renzo Arbore e Gigi Proietti, che hanno raccontato aneddoti (tra cui quello della signora Melotti, mamma di Lucio Dalla, che da Bologna andava in Puglia a vendere abiti alla moda e tra le clienti aveva la mamma di Arbore) e duettato in una simpatica versione di Ma come fanno i marinai. Accanto a loro una schiera di ospiti di livello a reinterpretare il genio di Dalla: Patty Pravo, Il Volo, Gli Stadio, Serena Rossi, Gigi D'Alessio, Ron, Noemi, Federico Zampaglione, Fabrizio Moro, Irene Grandi, Ghemon... Tra i tanti, tutti molto bravi, si sono distinti a nostro giudizio una brillante Nina Zilli in Attenti al lupo, un ispirato Francesco Gabbani in Canzone e Stefano Fresi di cui, distratti dalle sue recenti interpretazioni cinematografiche, avevamo dimenticato le sue doti di musicista. Insomma, tante canzoni, poche chiacchiere e quelle poche condivise con artisti della parola come Arbore e Proietti. A questo punto, tutto fa ben sperare per il finale, sabato prossimo, con Battisti, l'altro Lucio.
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