Previdenza, le opportunità dei lavoratori di Italia e Vaticano
giovedì 7 maggio 2015
È ricca di opportunità la convenzione tra l'Italia e il Vaticano sul riconoscimento dei diritti previdenziali dei rispettivi lavoratori. L'accordo, in vigore dal 2004, consente a quanti operano presso la Santa Sede di utilizzare contributi versati in Italia per raggiungere il diritto alla pensione e, parallelamente, ai lavoratori italiani di far valere attività svolte presso il Vaticano od altri organismi gestiti direttamente dalla Santa Sede.Il cumulo gratuito (totalizzazione) dei contributi, previsto dalla convenzione, opera a patto che l'attività svolta in entrambi gli Stati sia durata almeno un anno, in genere evitando le sovrapposizioni. La totalizzazione è consentita anche per aggiungere contributi versati in altri Paesi purchè questi abbiano convenuto con l'Italia la stessa modalità di cumulo (totalizzazione multipla).Beneficiano della convenzione i laici, i sacerdoti e i religiosi, indistintamente come "dipendenti" del Vaticano, e i lavoratori dipendenti, autonomi o collaboratori assicurati presso l'Inps, i giornalisti e gli artisti. Ne sono esclusi i liberi professionisti ed i sacerdoti quali assicurati al Fondo Clero.I volontari. Grazie alla totalizzazione è quindi possibile maturare tutte le diverse prestazioni previdenziali previste dagli Stati contraenti. Una recente nota interna dell'Istituto di previdenza (n. 2490) richiama l'attenzione ai casi in cui i contributi pensionistici versati dal lavoratore risultano tuttavia non sufficienti per dare vita alla regolare pensione. L'assicurato può allora completare i contributi mancanti utilizzando i versamenti volontari, ma previa autorizzazione dell'Inps.Riportando questo criterio alla convenzione col Vaticano, se i contributi italiani non sono sufficienti anche per la stessa autorizzazione alla volontaria, l'interessato può far valere eventuali contributi versati in un Paese legato all'Italia da una convenzione di sicurezza sociale. In sostanza, la totalizzazione multipla è valida anche per i contributi volontari, ma a condizione che risultino versati in Italia almeno 52 contributi settimanali.Particolarmente negli ultimi anni, e più spesso per le lavoratrici, la prosecuzione volontaria è divenuta la via obbligata per maturare il requisito contributivo minimo che si accompagna ora ad un'età pensionabile sempre più elevata. In Vaticano un allungamento di due anni della vita lavorativa ha fissato l'età di pensionamento a 67 anni per i laici e a 72 anni per gli ecclesiastici e i religiosi. La riforma Fornero vincola invece i lavoratori italiani ad un ventaglio di requisiti diversi, reso ancora più mobile da un costante adeguamento alla speranza di vita.
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