Più ombre che luci su “Il trono di spade”
sabato 17 aprile 2021
Il decennale di una serie tv si celebra ormai come un evento. Succede con Il trono di spade e con Sky Atlantic Maratone, che da ieri al 23 aprile propone un canale (il 111) interamente dedicato alla saga ispirata al ciclo Cronache del ghiaccio e del fuoco dello statunitense George R. R. Martin. Del resto le serie tv sono entrate nella nostra vita, sono oggetto di conversazione, e Il trono di spade, negli ultimi dieci anni, è stata una delle più seguite, divorate e commentate, con un vero e proprio esercito di fan. Ma è anche una delle serie più complesse, con allusioni, evocazioni e metafore, che ha suscitato considerazioni politiche e geopolitiche per temi come le frontiere e i rifugiati e persino come possibile rappresentazione dell'attuale Medio Oriente. Nei 73 episodi divisi in 8 stagioni (che Sky ripropone per intero con l'aggiunta di interviste inedite realizzate per l'occasione e diversi contenuti speciali), Il trono di spade racconta un mondo cupo e letale dove tutti sono sostanzialmente malvagi e dove la morale sembra non esistere. Personaggi che vivono in una sorta di perenne medioevo divisi essenzialmente in due continenti: occidentale (Westeros) e orientale (Essos). In quello occidentale, nella città capitale chiamata Approdo del Re, si trova il conteso Trono di spade dei Sette Regni. Oltre agli umani, sono presenti esseri fantastici come i draghi, resi credibili dagli effetti speciali. Ma prima ancora delle tecniche di ripresa, delle suggestive ambientazioni, dei costumi, conta l'intreccio e il lavoro di scavo sui protagonisti attraverso una sceneggiatura di ferro con dialoghi di grande forza teatrale e un montaggio serrato. Insomma, molto spesso a coinvolgere il pubblico più che l'azione è l'indagine psicologica e lo sviluppo dei personaggi (interpretati da attori molto bravi), seguiti uno ad uno nella loro ambiguità e infelicità, sempre in lotta per il potere, che tra violenza e depravazione sembra l'unico scopo della loro vita. Anche per questo i giudizi sul Trono di spade sono sempre stati contrastanti.
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