Perché le intelligenze artificiali si dedicano agli studi biblici
mercoledì 7 novembre 2018
Paolo Benanti non perde occasione per confermare la sua sensibilità di francescano che da lungo tempo cammina in partibus digitalis. Uno degli ultimi «appunti di ricerca» pubblicati sul suo blog ( tinyurl.com/yab9ldsv ), ripreso anche da “Settimananews”, racconta un'affascinante storia che, partendo da Gutenberg, ci parla di intelligenze artificiali (che lui chiama amichevolmente “AI” e io immagino come dei robot, sia pure fatti di solo cervello e per nulla antropomorfi). Posto che si vuole insegnare loro, già abbastanza esperte nelle traduzioni da una lingua all'altra, a fare delle buone «traduzioni di stile», cioè a rivolgersi, nella stessa lingua, con gli stessi contenuti, a «diversi tipi di pubblico», pare che non ci sia niente di meglio che avviarle agli studi biblici. Così si sono inserite in due algoritmi le 34 versioni inglesi della sacra Scrittura, diversissime appunto per stile linguistico, dal più semplice al più formale. Non era disponibile al mondo un'altra opera altrettanto adatta a fungere da “testo sorgente” per la traduzione di stile, dice Keith Carson (autore principale del saggio che presenta lo studio), anche per il grande vantaggio di avere testi paralleli già indicizzati (attraverso i libri, i capitoli, i versetti) in modo uniforme. «Ogni versione della Bibbia contiene più di 31.000 versi che i ricercatori hanno usato per produrre oltre 1,5 milioni di accoppiamenti unici di versi sorgente e bersaglio», spiega Benanti. Grazie all'applicazione secolare di intelligenze non artificiali, quelle degli umani traduttori della Bibbia, i traduttori digitali saranno dunque messi in grado di applicare le tecniche apprese a «qualunque» testo in lingua inglese. Impossibile non pensare a “Il grande codice”, il famoso saggio di Northrop Frye su Bibbia e letteratura appena tornato in libreria nell'edizione di Vita e Pensiero: la «forza generativa culturale» della Scrittura è davvero «inesauribile», come si dice nella quarta di copertina, se a essa stanno attingendo anche i robot.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: