Per History san Paolo è un “influencer”
venerdì 4 novembre 2022
Su History Channel (canale 411 di Sky), il mercoledì in prima serata e poi in replica nei giorni successivi, sta andando in onda la docuserie Le grandi bugie della storia, che, da un punto di vista tecnico, è realizzata piuttosto bene con interviste, immagini di repertorio, ricostruzioni fiction e animazione. In quanto ai contenuti, si è parlato finora degli inganni di guerra (dove la prima vittima è la verità), delle teorie del complotto (che impazzano grazie anche a internet), del potere dei soldi (nella lotta tra verità e bugie il denaro gioca un ruolo decisivo) e degli scandali che cambiano la storia. Nelle ultime due puntate si sono invece affrontati temi che ci hanno messo sul chi va là: «Le menzogne della religione» e «Gli influencer della storia». Il secondo tema, che sembra non avere niente a che fare con il primo, in realtà si collega perché tra i principali influencer del passato il documentario di History Channel indica san Paolo e Martin Lutero. Il che può essere anche giusto, visto l’influsso che entrambi hanno avuto nella diffusione del cristianesimo, cattolico e riformato, ma appaiono azzardate affermazioni tipo quella sentita a proposito di Paolo: «È lui che ha inventato il cristianesimo». A parte questo, è sull’altra puntata, sia pure interessante, che bisogna fare maggiore attenzione in quanto nell’insieme l’idea che emerge è che la religione ha sempre avuto una dimensione politica, a partire dal primo giudaismo e quindi dal libro dell’Esodo fino alla legittimazione delle purghe politiche nel medioevo o alla giustificazione di genocidi e colonizzazioni nei secoli successivi. In questo ci sono delle verità, ma si dovrebbe anche dire che il fondamentalismo (la fede che si contamina con la politica) non si riscontra in egual misura in tutte le religioni. © riproduzione riservata
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