giovedì 26 ottobre 2006
Parlare e offendere è, per certe persone, precisamente la stessa cosa. Un lettore mi invia una serie di aforismi facendomi capire che si tratta di testi da lui elaborati. Di solito non prendo in considerazione scritti privati e personali. Ma questa volta mi viene un dubbio, leggendo soprattutto la frase che sopra propongo; infatti, scopro, dopo una breve ricerca, che si tratta di una citazione desunta dall'opera I caratteri del famoso scrittore moralista secentesco Jean de la Bruyère, una manna per chi vuole avere a disposizione detti e battute illuminanti. Dato, allora, a Bruyère quello che è di Bruyère, non mi resta che fare due considerazioni. La prima, ahimé, riguarda il lettore e il suo piccolo imbroglio, consumato a fin di bene. La esprimo attraverso una citazione incerta, da molti attribuita ad Abraham Lincoln, il famoso presidente americano: «Potete ingannare tutti per qualche tempo o in qualche caso, ma non si può prendere per il naso tutti in ogni caso». La fiaba delle penne del pavone e della cornacchia vale per tutti ed esige cautela. La seconda riflessione è sul merito della frase citata. Sì, ci sono persone perennemente corrucciate, che non sanno far valere il loro parere senza attaccare l'interlocutore (ho in mente certi uomini politici, esemplari in questo"). Tuttavia ciascuno di noi deve sempre essere sorvegliato perché in agguato c'è spesso la bestia dell'ira che esplode ed è incontrollabile. Aveva ragione il drammaturgo Ionesco quando faceva dire a un suo personaggio: «O parole, quanti delitti si compiono in vostro nome!».
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