Ombre sugli assegni «rosa»
martedì 10 giugno 2008
Diverse nuvole all'orizzonte per le lavoratrici autonome, artigiane, commercianti e coltivatrici dirette, iniziando dalla recente riforma delle pensioni. Fra le pieghe delle numerose disposizioni per le pensioni di anzianità si cela una piccola, ma non insignificante, trappola della nuova previdenza.
Occorre fare due calcoli. A partire da quest'anno e fino al 30 giugno 2009, chi svolge lavoro autonomo può raggiungere il diritto alla pensione di anzianità se risulta in possesso di almeno 35 anni di contributi e di 59 anni di età. Dal 1° luglio 2009 sarà in vigore il sistema delle "quote" (somma dei contributi e degli anni di età), ma con un'età minima di 60 anni.
Tutto bene (o quasi) per gli uomini che possono così anticipare di almeno 5 anni la pensione di vecchiaia, ma per le lavoratrici autonome la prossima età minima di 60 anni per l'anzianità coincide con la normale età minima per la vecchiaia. Questa coincidenza di requisiti fa scomparire, di fatto, la pensione di anzianità per le autonome, sicure ai 60 anni di ricevere comunque la pensione. Resta però ferma la pensione di anzianità anticipata solo se si passa al (peggiore) sistema contributivo.
L'inconveniente è perfino favorito da un piccolo vantaggio. Mentre la prima finestra utile per riscuotere la pensione di anzianità si apre dopo aver atteso come minimo un anno (secondo il semestre di nascita), la finestra per la pensione di vecchiaia retributiva si apre, come minimo, dopo sei mesi.
Piove sul bagnato. Oltre allo schiaffo della riforma delle pensioni, in vista di maggiori risparmi per la previdenza, fra le carte del Ministero del lavoro è pronto un disegno di legge che intende innalzare i requisiti per la pensione di vecchiaia.
Con una ulteriore restrizione delle regole in corso, sarebbero colpite le lavoratrici autonome e le lavoratrici dipendenti senza distinzioni, restando ferma l'età pensionabile di 65 anni per gli uomini. Dall'attuale requisito di 60 anni, l'età pensionabile delle donne salirebbe a 61 anni a partire dal 1° luglio 2009 ed a 62 anni a partire dal 1° gennaio 2011. Raggiunta la quota di 62 anni, sarebbe disponibile una pensione unica ed indistinta, sia per gli uomini sia per le donne, da chiedere a scelta tra i 62 e i 67 anni, secondo la propria convenienza. Per compensare i requisiti più stretti, entrerebbero in vigore nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo oltre al
cumulo pieno della pensione con eventuali redditi da lavoro e a provvedimenti di sostegno per le famiglie.
Contributi di giugno. Sulla scia dei versamenti collegati alle dichiarazioni dei redditi, le lavoratrici ed i lavoratori autonomi devono versare, entro lunedì 16 giugno, il saldo dei contributi per il 2007 ed il primo acconto dei contributi per il 2008 dovuti sulle quote di reddito di impresa che eccedono il minimale. I versamenti sono validi anche se effettuati entro il 16 luglio purché maggiorati dello 0,40% (interessi).
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