Nove, si sta al gioco ma è un déjà vu
mercoledì 7 aprile 2021
C'era una volta, tanto tempo fa, Specchio segreto. Era il lontano 1965 e oggi c'è ancora chi tenta di imitarlo. E pensare che già Nanni Loy per i suoi scherzi televisivi si rifaceva al predecessore americano Candid camera. Nel frattempo, in sessant'anni, la tv è cambiata, anche molto, ma soprattutto è cambiata la reazione delle vittime. Chi poteva pensare allora di essere ripreso da una telecamera? Adesso, se non è la prima cosa che uno pensa, poco ci manca. Insomma, è sempre più difficile imbastire uno scherzo come si deve con telecamere nascoste. Sarà anche per questo che le attuali candid camera appaiono sempre meno spontanee. Per carità, un paio di risate le strappano sempre, ma se gli episodi sono più d'uno rischiano di diventare ripetitivi. Non ce ne voglia, pertanto, il pur bravo Gabriele Corsi se diciamo che la nuova serie di Deal with it - Stai al gioco, in onda dal lunedì al venerdì alle 20.25 su Nove, non entusiasma. Anche il fatto che la coppia oggetto dello scherzo sia scelta casualmente tra quelle che si presentano alla reception dell'hotel attrezzato allo scopo non convince. Ancor meno convince che siano decisi sul momento i ruoli di complice e di vittima. Almeno il primo è evidente che è catechizzato a dovere, anche perché, in alcuni casi, dimostra doti attoriali non indifferenti. Si veda ad esempio proprio lo scherzo d'esordio, lunedì scorso, a una coppia di Firenze (città nuova entrata tra Milano e Roma) con un complice molto bravo nel mettere in scena i suggerimenti che gli venivano attraverso un auricolare da Corsi e dal suo ospite nella cosiddetta control room, nel caso specifico l'ex ginnasta olimpico Yuri Chechi, che tra l'altro (e questo va a suo merito), a differenza degli altri due ospiti di puntata (Chiara Francini e Fabrizio Biggio), non si è limitato a dare indicazioni bizzarre, ma ad un certo punto è entrato in scena diventando lui stesso attore dello scherzo e aggiungendo un po' di spettacolo con le sue esibizioni. Per il resto, come detto, un paio di risate e niente più.
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