Nostra figlia che non rinuncia ai fiori e ai semi che ha piantato
mercoledì 20 luglio 2016
Dall'affollata tribuna di chi ha preso la parola dopo la strage di Nizza e i fatti della Turchia mi è venuta incontro ieri, passando dal blog di don Mauro Leonardi ( tinyurl.com/hz9oh8m ), Marta Baggiani. Ha presumibilmente più di vent'anni ma meno di trenta: una "millennial", come va di moda dire. Si deve laureare in Relazioni internazionali in Italia ma ha già trascorso dei periodi di studio e stage a Parigi e a Mosca. Insomma, se abbiamo avuto fortuna (se cioè i nostri bilanci e sacrifici, da un lato, e le loro ambizioni e interessi, dall'altro, ce l'hanno consentito) è nostra figlia. E conosciamo già, purtroppo, qualcuna delle sue sorelle: mi viene in mente Valeria Solesin, morta al Bataclan di Parigi lo scorso 13 novembre durante l'attacco perpetrato a nome del Daesh. Anche Nicolas Leslie, morto proprio a Nizza pochi giorni fa, probabilmente è suo fratello.Sì, perché Marta Baggiani morirà in un attacco terroristico. Lo scrive lei stessa, iperbolicamente, all'inizio di un post che ha pubblicato il 15 luglio sul suo profilo Facebook, e che si è guadagnato 22mila "mi piace" e 6mila condivisioni (e non vado a contare l'effetto moltitplicatorio dovuto alla ripresa che ne hanno fatto altri siti e blog). Dove spiega che, avendo avuto «la possibilità di studiare e girare un po' il mondo», non intende chiudersi in casa, anche se sente di «combattere una guerra: una lotta contro la paura, contro l'ignoranza, contro chi ci vuole spaventati e manipolabili». E dice: «Noi non abbiamo paura». Perché, con tanti altri, ha raccolto in giro per il mondo «il fiore della tolleranza e piantato il seme dell'amicizia, quella che non guarda alla religione e al colore della pelle», e vuole continuare a viaggiare per «vedere se quei semi crescono». Sapendo di combattere in tal modo, senza bombe, «per il valore più bello che c'è: la nostra libertà».Un post del genere non si può discutere, vivisezionare, accettare iuxta modum. Va preso o lasciato tutto intero, come i nostri figli. Io mi sento di prenderlo.
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