Nonostante tutto c'è "Happy days"
mercoledì 15 aprile 2020
In questo tempo di Coronavirus, con la televisione tornata al centro della nostra vita, si riscoprono anche i vecchi telefilm che hanno segnato la gioventù di chi adesso comincia a essere in là con gli anni. Il telefilm, poi, non è altro che il predecessore delle serie tanto in voga oggi. È un genere creato apposta per la tv. In Francia, data la sua lunghezza, prese il nome di petit–film. Da noi, appunto, quello di telefilm, perché conserva a grandi linee la struttura del film, ma dura meno (per questo è detto anche cortometraggio) ed è caratterizzato dal ritmo. Nel nostro Paese è arrivato dall’America alla fine degli anni Cinquanta diventando molto popolare con Perry Mason e Rin Tin Tin. Da allora il successo è andato aumentando raggiungendo indici d’ascolto eccezionali, anche con i vari derivati fino alle rammentate serie tv. Due telefilm a suo tempo molto seguiti, Happy days e La casa nella prateria, importati entrambi dalla Rai negli anni Settanta, vengono in questi giorni riproposti ogni mattina, uno dietro l’altro anche se molto diversi tra loro, su Paramount Network (canale 27 del digitale terrestre). Dalle 9,15 in poi (orario reso accessibile dalla quarantena) vanno in onda ben tre episodi di ciascuno. Happy days, che oggi potremmo definire con più precisione situation comedy, è ambientato a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta a Milwaukee nel Wisconsin e narra la storia di alcuni liceali a suon di rock’n’roll (mitica la sigla Rock around the clock). Tra gli interpreti un giovane Ron Howard (il rosso Richard Cunningham detto Richie) che poi sarebbe diventato uno dei più noti registi di Hollywood. Accanto a lui Henry Winkler (il popolare Arthur Fonzarelli detto Fonzie, un tutt’uno con il giubbotto di pelle). La casa nella prateria racconta invece della famiglia Ingalls, che vive in una fattoria del Minnesota nella seconda metà dell’Ottocento. A rivederli oggi i due telefilm sanno un po’ di vecchio, ma diventano interessanti per capire come negli anni Settanta si rileggeva il ventennio precedente o addirittura il secolo prima. E poi, soprattutto La casa nella prateria propone valori senza tempo come la famiglia, l’amore, la solidarietà e il sostegno reciproco di fronte alle sventure.
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