Non si può uscire? Il ristorante è in Tv
venerdì 13 marzo 2020
In tempi di Coronavirus e di ristoranti chiusi, può sembrare inopportuno avviare un nuovo programma di cucina in una rete che ne ha già in corso altri due. Può essere come la pubblicità a un noto aperitivo, da bere peraltro a bottiglia in un affollato happy hour, che continua ad andare in onda dopo l’ennesima restrizione alle relazioni sociali. O forse, proprio perché i ristoranti sono chiusi, certi programmi diventano un surrogato del pranzo o della cena fuori casa. Fatto sta che anche ieri è partito su Sky Uno un nuovo show culinario: Family food fight. Ma il riferimento iniziale non era tanto a Sky, piattaforma a pagamento, quanto al suo canale in chiaro, ovvero gratuito, Tv8, dove stanno andando in onda più volte al giorno, repliche comprese, i due reality di Alessandro Borghese, 4 ristoranti e Cuochi d’Italia, ai quali si è aggiunto mercoledì sera Antonino chef Academy, dove Antonino sta per Cannavacciuolo, che guarda caso, appena finito Masterchef, è entrato anche nel rammentato nuovo show di Sky da dove proviene pure Antonino chef Academy, la cui novità sta solo nel debutto in chiaro. Per il resto è sempre una sfida ai fornelli, soprattutto tra giovani aspiranti chef. In Family food fight, come dice il titolo, c’è invece la variante che a sfidarsi sono dei nuclei familiari. In ogni caso a garantire lo spettacolo sono, come sempre, i giurati tra cui almeno uno, immancabilmente, è chiamato al ruolo del cattivo. Ma il vero problema è che questi non sono più cuochi, nessuno di loro ormai cucina. Sono personaggi televisivi, se non delle vere e proprie aziende, mentre i programmi sono più fiction che reality. C’è dietro molta scrittura e poi un grosso lavoro in fase di montaggio. La post produzione sopperisce anche al problema di fondo, ovvero di non poter far sentire odori e sapori. Questo è anche un vantaggio per i giudici. Nessuno sa se sbagliano, ma certo devono rendere l’idea se un piatto è buono o meno. Non è un caso che molti giudizi si basano sull’impiattamento e su come la portata reagisce alla forchetta. Alla fine, in tutta questa poca naturalezza, si salva Alessandro Borghese con il suo 4 ristoranti. Almeno in quel caso è una lotta tra veri ristoratori, anche se privi di stelle.
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