Non si perda mai la memoria di chi semina pace e giustizia
mercoledì 20 aprile 2022
Continua a stupirmi la scarsa popolarità, perlomeno in Italia, di un vescovo latinoamericano per il quale tra pochi giorni (26 aprile) ricorre il 24° anniversario del brutale assassinio: il guatemalteco Juan José Gerardi Conedera, responsabile del rapporto Nunca más su oltre trent'anni di violazioni dei diritti dell'uomo nel suo Paese, «martire della pace» secondo il sito della Conferenza episcopale del Guatemala ( bit.ly/3L01sO4 ). Poco più di un anno fa ne ha parlato qui su Avvenire Lucia Capuzzi a motivo di un docufilm su di lui, The art of political murder, tratto dall'omonimo libro di Francisco Goldman. Ora è il lavoro di uno studioso italiano appassionato di pace e nonviolenza, Anselmo Palini, a ravvivarne la memoria: Juan Gerardi. Nunca más – Mai più, uscito a dicembre 2021 e finora recensito dal Sir, a fine gennaio ( bit.ly/38PJvUf ), e da Korazym, ieri, con un'intervista di Simone Baroncia all'autore ( bit.ly/3jS7lB7 ). Spiega Palini che con questo libro egli prosegue «un lungo percorso» avviato con l'editrice AVE, che ha già riguardato, tra gli altri, Helder Camara, Oscar Romero e Marianella Garcia Villas e che verte «sulla memoria del bene, ossia sul proporre le storie e il pensiero di quanti, nella notte delle dittature e dei totalitarismi, hanno operato per la pace, per la giustizia, per la libertà». Il libro si avvale di un'appassionata prefazione del cardinal Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenango, ripresa da un articolo scritto a suo tempo per il pubblico italiano (lo pubblicò Mondo e Missione e oggi si ritrova su Santi, beati, testimoni bit.ly/38Rb7Z8 ). In essa si legge: «La testimonianza del vescovo Gerardi e di quanti sono stati assassinati per la loro scelta a favore del Signore, è una sfida e uno stimolo a continuare il loro cammino: quello della costruzione di una società più umana».
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