"Montalbano" secondo tradizione
mercoledì 11 marzo 2020
Preceduto dall’edizione straordinaria del Tg1, che annunciava tutta Italia zona protetta, è andato in onda lunedì sera su Rai 1 il primo dei due nuovi episodi di Montalbano facendo registrato come al solito ascolti notevoli, sia pure non da record, sbarazzandosi comunque della concorrenza con uno share vicino al 40%. Nessuno, dunque, tocchi Montalbano e Luca Zingaretti, tornato a vestire i panni del popolare commissario, ma anche quelli del regista, firmando questa serie all’indomani della morte di Alberto Sironi, avvenuta nell’agosto scorso durante le riprese, e a quella poco precedente dello scrittore Andrea Camilleri dai cui racconti è tratta la fiction. Ma la mano diversa non si nota. Almeno questo episodio rispetta i canoni tradizionali seguendo le consuete vicende parallele: la principale che riguarda un omicidio (vittima questa volta una giovane archivista); la seconda un fatto illecito minore (in questo caso un ladruncolo di paese); la terza Montalbano e l’eterna fidanzata Livia (Sonia Bergamasco). La prima è la storia trainante con il giallo, le indagini e i numerosi indiziati, che di volta in volta sembrano avere un alibi dubbio e un motivo per l’insano gesto, salvo poi scoprire che se il sospettato era quello giusto, il movente era molto meno prevedibile. La seconda storia serve per alleggerire il clima di tensione, tenendo conto che Montalbano mischia sempre drammaticità e leggerezza. La terza è quella sentimentale. Non a caso il titolo dell’episodio (Salvo amato, Livia mia) non dice nulla sull’omicidio, ma si riferisce alla lettera che alla fine Livia lascia al fidanzato. In tutto questo una componente importante è rappresentata dallo scenario (uno stupendo angolo di Sicilia), ma soprattutto dal personaggio Montalbano (eroe vecchio stampo, scorbutico e ironico, forte con i forti e debole con i deboli, che a detta del suo creatore rappresenta l’italiano medio) e dai compagni d’avventura: Mimì Augello (Cesare Bocci), Fazio (Peppino Mazzotta) e lo squinternato Catarella (Angelo Russo). Da sottolineare che anche in questo episodio l’intreccio si sviluppa sullo sfondo di storie particolarmente forti e torbide che tirano in ballo tra l’altro pedofilia e omosessualità.
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