Maria, trama debole per un film antimafia
venerdì 15 settembre 2023
La giovane Maria Corleone, per diventare stilista, si è trasferita da Palermo a Milano dove si fa chiamare Maria Florio. Aspetta un bambino dal compagno, Luca Spada, giovane magistrato lombardo. Rientrata in Sicilia per l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori, rimane coinvolta nell’attentato al padre e al fratello gemello, un fatto di sangue che le cambia la vita. Maria poco alla volta entra nei meccanismi criminali e maschilisti della mafia, scendendo a patti con la sua coscienza per difendere l’onore dei Corleone, anche a scapito del rapporto con Luca. Partono da qui gli otto episodi, distribuiti su quattro puntate, di Maria Corleone, creati da Pietro Valsecchi, diretti da Mauro Mancini, con Rosa Diletta Rossi e Fortunato Cerlino, in onda il mercoledì in prima serata su Canale 5. Siamo dunque agli inizi, non sappiamo che sviluppi prenderà la vicenda e quale sarà l’evoluzione soprattutto della protagonista (vittima o killer?), ma l’impressione è quella di trovarci di fronte a personaggi stereotipati, a un racconto della mafia che sa di già visto. Tra l’altro Maria assomiglia molto alla Rosy Abate dell’analoga precedente serie di Canale 5. Mentre il cognome Corleone rimanda a Il padrino di Francis Ford Coppola, ma anche alla cittadina del Clan dei Corleonesi. Per questo il sindaco del Comune siciliano in provincia di Palermo ha imposto alla produzione di cambiare il titolo iniziale Lady Corleone. In quanto alla storia, resta poco motivato ben altro cambiamento, quello repentino di Maria, che dapprima fugge dal proprio cognome per rimuovere il passato e i legami con la famiglia e poi, proprio in nome dei rapporti di sangue, si getta nella guerra tra i clan. È vero che le fiction sono fiction, ma anche le opere di finzione, quando affrontano temi complessi come quello della mafia, potrebbero farlo in modo più credibile. © riproduzione riservata
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