“Màkari”, il giallo è una bella commedia
mercoledì 24 marzo 2021
Ci si può giocare un mutuo per scommettere su una partita di calcio tra Virtus Sicana e Sferlazza Sporting? O peggio ancora, si può finire ammazzati per aver sbagliato volutamente un rigore in quella stessa partita? Lo sappiamo che nelle storie in tv non conta la credibilità, ma il modo di raccontarle, la capacità o meno che hanno di fare presa sul telespettatore. A tutto c'è però un limite, soprattutto quando si parla di calcio in un Paese pallone-dipendente come il nostro e si vedono attaccanti dal discutibile physique du rôle atterrati in area da goffi difensori in un campetto di provincia. Come si fa a scommetterci sopra? Ma non è questo il problema. Quello che ci interessa è sottolineare come in Màkari, la fiction tratta dalle opere di Gaetano Savatteri in onda il lunedì in prima serata su Rai 1 con la regia di Michele Soavi, il giallo conti molto meno della commedia. Lo stesso protagonista, Saverio Lamanna (un convincente Claudio Gioè), è un investigatore per caso. In realtà era un brillante giornalista, licenziato in tronco per una leggerezza, costretto a tornare nella nativa Sicilia per rifarsi una vita come scrittore, andando ad abitare non nella casa di famiglia, a Palermo, dove vive ancora il padre, bensì a Macari, nella vecchia casa di vacanza, ormai disabitata, sulla punta dell'isola, nei pressi di San Vito Lo Capo. Qui Saverio si scopre investigatore di grande intuito, ma soprattutto ritrova la fraterna amicizia del poco convenzionale Peppe Piccionello (un bravo Domenico Centamore) e incontra la bella Suleima (Ester Pantano) di cui si innamora. Ma il caso da risolvere, come quello delle scommesse nel terzo episodio, è un filo conduttore attorno al quale contano più i personaggi, le gag tra Saverio e Peppe, i ricordi nostalgici e gli scorci di una Sicilia che diventa coprotagonista. Ruolo importante anche per le canzoni che ogni volta, come Impressioni di settembre della Pfm, punteggiano i momenti sentimentali, oltre alla sigla cantata da Il Volo. Insomma, poco dramma e molta leggerezza. Il che non guasta.
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