Le parole della vita digitale rivissute in chiave liturgica
mercoledì 1 aprile 2020
Presentando ieri, sul sito di “Avvenire” ( bit.ly/2WYDyww ), le indicazioni pratiche pubblicate dall’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali su come «Celebrare in diretta tv o in streaming», Francesco Ognibene concludeva accennando al «breve glossario social» posto al termine della nota ( bit.ly/2WY2zYH ). In esso si rileggono in chiave liturgica quattro parole tipiche della vita digitale: condivisione, engagement (coinvolgimento), hashtag (etichetta) e target (persone da raggiungere). Sono poche righe, beninteso, non altrettanti capitoli di un ponderoso saggio. Ma hanno retto molto bene il confronto con la mia esperienza di questi giorni: quando, stando in famiglia, ho seguito i riti trasmessi dalla mia parrocchia, dalla mia diocesi e dalla Chiesa italiana come un fedele e un utente (mentre anche il cronista che è in me, magari di soppiatto, prendeva qualche appunto). Ho sperimentato che, in attesa di tornare a radunarsi per celebrare l’eucaristia, il modo di condividere i “contenuti” liturgici che si ricevono per via digitale non è tanto mostrarli ad altri (come faremmo con un video divertente), ma è assumere la “postura”, fisica e interiore, che assumeremmo in chiesa, accanto ai fratelli nella fede. La dedizione dei ministri e degli altri fedeli verso questi appuntamenti mi ha fatto avvertire che la celebrazione eucaristica e la comunità «non sono assolutamente etichette social, bensì esigenze primarie che indicano un’appartenenza radicale». Tenendo fede al proprio stile e a quello che ciascuna celebrazione richiedeva, anziché che andare a caccia di “like”, chi ha animato le celebrazioni mi ha testimoniato di non pensare al proprio successo ma a raggiungere il proprio prossimo. Il quale, nel chiuso della propria a casa, non è un semplice “target” da colpire ma parte di una comunità di fede, speranza e carità che, temporaneamente impossibilitata a radunarsi fisicamente ma tanto desiderosa di farlo, si fa bastare gli “aiutini” che la tecnologia le offre.
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