Le grame figure dei ministri in tv
domenica 16 luglio 2023
Si è chiusa ieri una settimana di turbolenze politico-televisive, a conferma che il piccolo schermo è ancora considerato (e lo è realmente) uno strumento di potere, tanto da dare non pochi grattacapi alla maggioranza di Governo, sia nella formazione dei palinsesti Rai che per le inchieste su alcuni ministri e per gli autogol televisivi in cui cadono altri. A questo proposito, di fronte alle telecamere di Rai 3, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, giurato al Premio Strega, ha fatto capire di non aver letto i libri che aveva pure votato. Mentre la conduttrice della serata, Geppi Cucciari, reagendo da par suo ha fornito un’istantanea di grande tv. Sulla questione palinsesti, dopo i vari addii, la nuova dirigenza Rai sta provando a portare dentro giornalisti più affini alla maggioranza, ma è bastato il nome di Filippo Facci, editorialista di “Libero”, per scatenare un putiferio che lui stesso ha contribuito ad alimentare con sortite infelici sulla vicenda del figlio di Ignazio La Russa. Ma le fibrillazioni maggiori si devono alla titolare del Turismo, Daniela Santanché, sulle cui non chiare vicende imprenditoriali è tornato “Report”, il programma di Sigfrido Ranucci (Rai 3), che dopo aver costretto la ministra a riferire al Senato ha smontato gran parte dell’intervento. Per cui, stando alla documentazione proposta e a quanto ribadito da Ranucci nell’ospitata a “In onda estate” su La 7, alla tv si deve l’aver costretto all’autogol un altro ministro. Questioni sulle quali si è vista anche una brutta puntata di “Zona bianca” (Rete 4) in cui è apparso chiaro che l’appartenenza con la a minuscola prevale su opportunità, buon senso e soprattutto sul ragionamento. Il caso ha poi voluto che in questa settimana si ricordassero (tra l’altro con un docufilm su Cielo) i 15 anni dalla morte di Funari, il tribuno del popolo, colui che ha avviato il populismo in tv. © riproduzione riservata
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