Le donne e l’amore materno di Pasolini
sabato 17 giugno 2023
Il senso del docufilm Le donne di Pasolini (prodotto da Rai Documentari e Anele, andato in onda giovedì sera su Rai 3) lo ha spiegato bene Mimmo Muolo su queste pagine ricordando innanzitutto che quando si parla di Pier Paolo Pasolini, data la sua dichiarata omosessualità, il rapporto con le donne non è certo la prima cosa che viene in mente. Eppure nella sua vita hanno avuto un ruolo fondamentale, a partire dall’amata madre Susanna Colussi fino alla divina Maria Callas. Ed è proprio attraverso la ricostruzione di una serie di rapporti platonici che il regista Eugenio Cappuccio ci restituisce un’immagine appassionata di Pasolini senza scadere nell’agiografia. Detto questo, non ci resta che un’analisi un po’ più tecnica di questo lavoro che va considerato più un film vero e proprio che non un documentario, nel senso che il regista è ricorso alla mediazione del cinema, l’arte che più di altre ha reso famoso Pasolini, dichiarandolo esplicitamente con lo schermo bianco su cui, ad Aquileia, appare in apertura e chiusura Susanna Colussi interpretata da Anna Ferruzzo. Un film che viaggia su binari paralleli: da una parte il racconto affidato al bravo Giuseppe Battiston, che da conterraneo di Pasolini torna in Friuli a cercare le tracce dell’autore di Poesie a Casarsa; dall’altra le interviste di repertorio (a Pasolini, ma anche alla madre, alla Callas, a Laura Betti…) che s’intrecciano con le testimonianze attuali (Dacia Maraini, Liliana Cavani…) e la parte fiction, essenzialmente incentrata sul rapporto madre-figlio, in cui si distingue l’interpretazione della Ferruzzo, che nel finale invoca a gran voce i responsabili della morte del suo «principe». Il tutto per arrivare, attraverso il linguaggio cinematografico appunto, a un ritratto poetico, come forse merita Pasolini, che è stato tante cose, anche in negativo, ma nel fondo è sempre rimasto un poeta. © riproduzione riservata
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