La preghiera, il sorriso, la morte: un'immagine e il resto della storia
domenica 3 luglio 2016
La frequentazione quotidiana della Rete, sia pure limitatamente all'informazione religiosa, mi rende sospettoso ogni volta che vedo comparire l'aggettivo “virale”, riferito a notizie o immagini che starebbero circolando in quantità decisamente superiore alla media o alle attese. Il mio robot più istruito parla in questi casi di popolarità, e lo preferisco. La storia che sto per raccontare riguarda dunque un'immagine divenuta molto “popolare”, perlomeno nella Rete che parla le lingue del continente americano. Ritrae il sorriso di suor Cecilia María: carmelitana scalza argentina, morta il 23 giugno a 42 anni di un tumore che le era stato diagnosticato pochi mesi prima. La fonte che ha inizialmente messo in circolazione le foto, l'agenzia Aci Prensa ( tinyurl.com/grjqgfs ), è assai diffusa e autorevole. Le immagini sono davvero molto belle, intense, semplici ed emozionanti, tanto più quella che, come dicevo, la ritrae sorridente pochi giorni prima della morte. Così la loro popolarità si è rapidamente incamminata sulle strade della devozione, specie da parte di chi ha creduto che quell'ultimo ritratto fosse relativo alla sua morte e non precedente.Per questo apprezzo molto l'impegno con il quale, pochi giorni dopo, la stessa Aci Prensa, d'intesa con le consorelle carmelitane scalze di suor Cecilia María, ha insistito nel raccontare «il resto della storia». Riporta in italiano l'agenzia Aleteia ( tinyurl.com/zd43454 ) che nell'aggravarsi della malattia la gioia e la preghiera, sua e di quanti aveva intorno, dai nipoti alle consorelle fino a papa Francesco, hanno rappresentato un binomio inscindibile, nutrito dalla partecipazione alla Messa, nella cappella dell'ospedale, «ogni volta che poteva». Un binomio che già tanti, attraverso WhatsApp, avevano potuto condividere. Dunque, come ha scritto su Facebook la consorella María Magdalena de Jesús, «il bello della sua vita non è se è morta o no con un sorriso, ma che con un sorriso ha sempre vissuto, anche in mezzo alle sofferenze e ai grandi dolori».
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