La bella maratona di “Kilimangiaro”
martedì 26 febbraio 2019
Un'ora in più per una vera e propria maratona televisiva pomeridiana. Domenica scorsa il programma di Rai 3 Kilimangiaro è partito alle 14.35 anziché alle 15.30 per concludersi come sempre alle 19.00. Quasi quattro ore e mezzo di diretta con Camila Raznovich in studio e l'ausilio di un gran numero di documentari. Ne abbiamo contati una dozzina per un giro del mondo tra Irlanda, Slovenia, Giappone, Basilicata, Emilia Romagna, Lisbona, Isola di Pasqua, Arcipelago di San Blas, New York, Myanmar, Uganda e Isole Hawaii. Oltre ai documentari una serie di collegamenti, dal Cern di Ginevra alla spiaggia di Santo Domingo, e di reportage, dal Tibet con la Cuoca Rosa (cucina i piatti della tradizione italiana con i prodotti che trova sul posto) al Brasile con l'avvio della rubrica Viaggiatori in carrozza realizzata da due giovani disabili torinesi, Danilo Ragona e Luca Paiardi, che in questo caso hanno partecipato al Carnevale di Rio de Janeiro. Tra gli ospiti a Saxa Rubra il direttore dell'Istituto per gli Studi di politica internazionale, Paolo Magri, il geologo Mario Tozzi, il linguista Giuseppe Antonelli con la rubrica sulle parole, lo storico Carlo Greppi, la fotografa Valentina Tamborra e il botanico Stefano Mancuso. In questo modo lo storico porgramma di Rai 3 conferma di essersi smarcato definitivamente dal passato, andando ben oltre il semplice format di viaggi, offrendo non solo uno sguardo ad amplissimo raggio su luoghi più o meno inediti da visitare, ma sulla conoscenza in genere, con pillole di sapere e di saggezza, un'attenzione puntuale all'ambiente e uno spazio significativo all'attualità. E se con Magri si è parlato anche di Brexit, con l'inviata del Tg1 Marilù Lucrezio si è analizzata la situazione del Venezuela. Kilimangiaro si presenta così con un racconto diverso, un'offerta originale nel panorama televisivo della domenica pomeriggio. Difficilmente il programma potrà essere seguito per intero, data la lunghezza (anche se da domenica prossima rientrerà nella norma), ma la costruzione a segmenti favorisce anche una visione parziale permettendo alla Raznovich e compagni di ritagliarsi con ascolti di tutto rispetto uno spazio di qualità tra le corazzate di Domenica in e di Domenica live.
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