“L'Ora”, l'inchiostro è più forte del piombo
venerdì 10 giugno 2022
Della storia del quotidiano palermitano “L'Ora”, e della relativa fiction in onda il mercoledì sera su Canale 5 con il titolo L'Ora - Inchiostro contro piombo, hanno ampiamente scritto domenica scorsa su queste pagine Antonio Maria Mira e Tiziana Lupi. Resta comunque la possibilità di qualche notazione per così dire tecnica dopo aver visto la prima delle cinque puntate previste. Ricordiamo soltanto che negli Anni Cinquanta “L'Ora” condusse la prima inchiesta sulla mafia e per questo subì un attentato al tritolo e l'uccisione di tre suoi giornalisti. Per questo, il titolo giusto della fiction, anche se meno immediato, sarebbe stato Piombo contro piombo, quello dei caratteri mobili della composizione a caldo contro quello delle pallottole, come simbolicamente dimostra Antonio Nicastro (personaggio che si ispira allo storico direttore Vittorio Nisticò) quando compone a caratteri cubitali, sul bancone della tipografia, la parola mafia. Per il resto, diciamo che l'autenticità di quegli anni e di quei giornalisti è resa piuttosto bene, anche se, trattandosi di una fiction, non può rinunciare alle esigenze dell'intrattenimento e quindi oltre a spettacolarizzare alcune situazioni, punta molto sui personaggi, su questi cronisti con la sigaretta sempre accesa e su un direttore dalla scorza dura, dai modi bruschi, ma dalla schiena dritta, con un cappello e un impermeabile a metà strada tra il gangster e il cowboy interpretato in modo più che convincente da Claudio Santamaria. Anche i registri del racconto variano molto: a volte prevalgono l'azione e le situazioni corali, altre volte i dialoghi interpersonali pacati e riflessivi o addirittura i momenti poetici. Lontana dagli stereotipi anche la Palermo raccontata con le immagini da questa fiction che finalmente fa onore a Canale 5.
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