giovedì 21 marzo 2013
Czestochowa, luglio 2010 – Alle nove di sera è l'ora dell'Appello. Nel santuario di Jasna Gora convergono i pellegrini. Nell'imbrunire estivo passano svelti sotto il san Michele Arcangelo con la spada sguainata verso il cielo, ed entrano tra le poderose mura turrite, da fortezza. Zitti, veloci, verso la cappella. Nella penombra che splende di ori ci si avvicina più che si può alla Madonna bruna, i cui begli occhi paiono guardare chi la guarda. La Bogurodzica, antica preghiera mariana, colma la chiesa. Il tonfo sordo e simultaneo di centinaia di fedeli che si inginocchiano insieme, nel medesimo istante, colpisce lo straniero: pare il devoto omaggio di un esercito, al passare della sua regina.E ora l'Appello è finito, e la gente sciama fuori, nel buio. Restano a vegliare solo dei pellegrini venuti da lontano. Ma in fondo, negli ultimi banchi, nella penombra sono rimasti anche quattro vecchi clochard. Uno, magro, la faccia scavata, ha una borsa all'apparenza molto pesante. Si inginocchia con la fronte per terra e resta lì, immobile, il suo fardello accanto; come avesse portato fin qui un antico dolore.E il portone di Jasna Gora ora chiude con un tonfo, ma i guardiani sembrano non vedere i quattro mendicanti, e li lasciano lì. Pregano? Dormono? Comunque, davanti alla Madonna: a casa loro.
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