sabato 5 luglio 2025
In una società che ha smarrito il significato della vita, la morte fa paura o viene esorcizzata. La consideriamo un salto nel buio, la grande sconosciuta che vorremmo tenere lontana, qualcuno perfino cullandosi nell’illusione di poterla vincere un giorno grazie al progresso della tecnologia. Quanto è diversa la postura di chi vive l’esistenza come l’anticamera dell’incontro definitivo con Chi la governa. Nel libro “Pensieri dal Nyokodö”, un diario dell’anima che ha scavato solchi indelebili nel mio cuore, la descrive così Paolo Takashi Nagai, il medico che visse la devastazione della bomba atomica sulla città di Nagasaki e diventò un punto di riferimento per la sua ricostruzione: «Ci sono persone che non sopportano l’idea di dover morire. Provate a immaginare se un bel giorno vi arrivasse un invito che stavate aspettando da moltissimo tempo, da qualcuno che avevate tanto atteso di incontrare. Una persona al fianco della quale avete tanto desiderato intrattenervi, per stare a lungo tempo vicini a parlare. Il giorno in cui quell’invito arrivasse, quanto grande sarebbe la vostra gioia? La morte è l’invito di Dio, è con questa gioia in cuore che lo attendo. So bene con quanta tenerezza Egli si prenda cura di me. Per questo, quando finalmente riceverò il suo invito, sarò felicissimo di accettarlo». © riproduzione riservata
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