L'industria del legno si regge sull'import
domenica 24 marzo 2019
Dodici miliardi di alberi non bastano a soddisfare le necessità di legno del Paese. Il dato deve far pensare, anche perché indica un patrimonio importante per l'economia nazionale, poco sfruttato, spesso mal curato e sempre in bilico fra l'abbandono e la distruzione.
La fotografia del patrimonio forestale nazionale è stata scattata da Federforeste – in occasione della Giornata mondiale delle foreste –, ed è fatta da pochi significativi tratti. Nell'ultimo anno le importazioni di legname dall'estero sono cresciute del +6,9% con quasi 12,5 milioni di tonnellate dopo che, è stato spiegato in una nota, «le tempeste di vento e pioggia hanno distrutto interi boschi nel nord Italia». Un colpaccio ad un tesoro che già da prima non riusciva a rispondere adeguatamente alle necessità di legno. L'Italia importa dall'estero più dell'80% del necessario ad alimentare l'industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di circa 4,2 miliardi di euro nel 2018. Alla base di questa situazione una condizione semplice: «Nonostante le foreste coprano ormai 1/3 della superficie nazionale e siano in crescita, l'Italia utilizza solo il 30% dell'incremento annuo dei boschi contro una media europea superiore al 55%». E se l'industria italiana del legno è la prima nell'Ue, il legname che utilizza – avverte ancora Federforeste – arriva però da altri Paesi come Austria, Francia, Svizzera e Germania tanto che ormai la maggior parte dei mobili venduti in Italia è fatta con assi "straniere" senza che il consumatore lo sappia. Un errore per alcuni, tanto che si sta già pensando ad una sorta di chilometro zero anche per il legno.
Ma il tema delle foreste in Italia contiene anche altri aspetti. Secondo Coldiretti a causa dei cambiamenti climatici e dell'incuria, nel 2019 in Italia gli incendi sono già aumentati del 1700% rispetto allo scorso anno. Nel 2019 nella Penisola sono divampati 73 incendi dall'inizio dell'anno con 2.343 ettari bruciati contro gli appena 4 roghi dello stesso periodo del 2018 e 26 ettari devastati. A soffiare sul fuoco non è solo l'inverno secco, soprattutto al nord, ma anche l'abbandono e la poca attenzione di fronte all'avanzata della foresta sui terreni incolti che dominano ormai più di 1/3 della superficie nazionale. Basta un dato per capire tutto: i boschi sono praticamente raddoppiati rispetto all'epoca dell'Unità d'Italia e oggi coprono 10,9 milioni di ettari, ma pochi ormai sono curati e "governati" a dovere.
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