L'imbarazzante Grande fratello vip
venerdì 20 marzo 2020
Nonostante ci troviamo a vivere di fatto tutti in quarantena, ci resta ugualmente difficile capire come si possa sintonizzarsi su Mediaset Extra (canale 55 del digitale terrestre) e stare a guardare quello che succede nelle ventiquattr'ore all'interno della casa del Grande fratello vip. Eppure, a pensarci bene, spiare gente che si trascina da una poltrona all'altra con gli occhi persi nel vuoto pur sapendo che ogni angolo è disseminato di telecamere, è diventato davvero, causa Coronavirus, come assistere a un esperimento sociale. I reclusi di Cinecittà, a differenza delle precedenti stagioni, vengono informati periodicamente, anche se solo dal 24 febbraio, su quello che succede all'esterno. Sanno quindi della pandemia e di conseguenza ne discutono, si preoccupano, piangono (in televisione, ormai da tempo, più si piange e meglio è), cantano (spesso stonando), pregano (questo può essere positivo) e si abbracciano (sono gli unici che ancora possono farlo). In qualche modo il Grande fratello vip è diventato addirittura uno specchio del nostro nuovo modo di vivere in cattività. Con la speranza, però, di essere un po' diversi dai protagonisti del reality show di Canale 5 che, tranne qualche eccezione, sono spesso testimonial di un degrado inarrestabile e di un gossip di bassa lega. A dire il vero ci eravamo illusi che con Alfonso Signorini alla conduzione (che a parte dirigere un giornale scandalistico è un uomo di cultura oltre che di spettacolo) il livello sarebbe salito. A vedere le scenate tra Antonella Elia e Valeria Marini, ma non solo quelle, ci siamo immediatamente ricreduti. Infine, a parte che la Marini per fortuna mercoledì scorso è uscita, ci chiediamo perché in questa situazione, con tutti i programmi sospesi, vada ancora avanti il Grande fratello vip, anche se non arriverà alla conclusione inizialmente prevista per la fine di aprile. Le risposte sono due: «Panem et circenses», per dirla con i latini; «The show must go on», per dirla con gli inglesi. Insomma, al popolo pane e giochi e che lo spettacolo vada comunque avanti. Ma per favore non diciamo, come ha fatto la produzione rivolta ai concorrenti, che «il pubblico vi ama, segue la vostra storia, si emoziona e si rilassa con voi».
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