L'agricoltura tiene il passo
sabato 19 febbraio 2005
L'agricoltura italiana
riesce a tenere ancora il passo dell'economia. Anzi, di più, in questi ultimi mesi è riuscita a produrre più valore aggiunto dell'industria. è una indicazione che deve fare pensare in positivo, ma che non deve nascondere i mali che ancora ci sono. I numeri, comunque, parlano chiaro. Nel quarto trimestre del 2004 - stando alle indicazioni dell'Istat - il Pil nazionale è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dell'1,0 per cento rispetto al quarto trimestre del 2003. Il risultato congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'agricoltura, di una sostanziale stazionarietà dei servizi e di una diminuzione nell'industria. E non solo, perché anche nel terzo trimestre dello scorso anno, l'agricoltura è riuscita ad ottenere risultati migliori dell'industria. Insomma, pur nelle difficoltà congiunturali e strutturali, i campi d'Italia riescono a conquistare posizioni di tutto rispetto. Si tratta di "un segnale di grande vitalità", ha commentato Gianni Alemanno, responsabile delle Politiche Agricole del Governo; mentre Confagricoltura ha spiegato con orgoglio che "l'agricoltura ha molto da dire in materia di crescita e sviluppo economico". Coldiretti, invece, ha sottolineato che tutto questo vale ancora di più, visto che arrivano a chiusura di un anno caratterizzato da una produzione agricola in crescita ma da prezzi all'origine diminuiti del 5% fino a livelli più bassi rispetto a quelli di dieci anni fa. Tutto bene, dunque, fuorché la crisi strutturale che frena l'effettiva crescita del settore, le incertezze di mercato, le carenze dal punto di vista commerciale e promozionale, i problemi da affrontare in Europa. Tanto che tutti gli attori del sistema agroalimentare, dopo gli elogi dovuti alla crescita del valore aggiunto, non hanno mancato (giustamente) di chiedere più attenzione politica, più strategie, più fondi. In bilico, secondo la Cia, ci sarebbe qualcosa come un milione di aziende, il 40% di quelle attuali. Intanto - mentre gli addetti ai lavori da una parte cantano almeno una mezza vittoria e dall'altra piangono chiedendo interventi dall'alto - l'economia e il mercato vanno avanti per la loro strada. Così come i consumi. Deve far pensare, per esempio, il fatto che nel 2004 una famiglia italiana su tre
è disposta a pagare ben il 500% in più per acquistare verdure pronte. Sono oltre sette milioni le famiglie affezionate alle insalatine pronte, alle verdurine fatte a pezzi e lavate ma gustose come appena colte. Una tendenza che in dodici mesi ha fatto spendere in questi prodotti quasi 108 milioni di euro per 12.700 tonnellate di verdura. Ma, deve far pensare nello stesso tempo il crollo di acquisti di champagne francese rispetto alla buona crescita di vendite di spumanti nostrani: i primi hanno perso il il 27%, i secondi hanno recuperato il 3,4% . Cosa si può imparare da questi come da altri dati? Nulla che non sia già risaputo: la miglior strada per crescere e per far quadrare i conti è riuscire a seguire il mercato.
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