
Da ragazza, Kelly Harper voleva a tutti i costi diventare giudice. Si diceva che così avrebbe potuto, nel suo piccolo, contribuire a rendere il sistema giudiziario meno inflessibile nei confronti dei giovani che la circondavano nel sud-ovest di Washington: afroamericani svantaggiati che spesso passavano dalla scuola alla prigione, senza avere l’opportunità di imparare un mestiere o di rendersi indipendenti.
Harper ha studiato legge e fatto due tirocini, prima a un tribunale federale di Washington e poi all’associazione per i diritti dei carcerati Southern Center for Human Rights, dove si è resa conto che molti ragazzi non sarebbero mai finiti dietro le sbarre se solo avessero avuto qualcuno che li prendesse per mano. «Mi sono accorta che avrei avuto un impatto maggiore intervenendo prima, e non più tardi, in un’aula di tribunale», dice Harper, che a quel punto è tornata a studiare per diventare maestra. In breve si è trovata in classe alla Amidon-Bowen, una scuola elementare in un quartiere prevalentemente nero della capitale Usa, piena di idee e di aspirazioni.
Per cominciare ha iniziato ad andare al di là del programma, incorporando spiegazioni sul movimento per i diritti civili dei neri ed esperienze pratiche, come un viaggio annuale alla Howard University. «Molti miei alunni partivano senza sapere cosa fosse un’università e tornavano con la sensazione che era una possibilità per il loro futuro», racconta.
Harper ha anche messo l'enfasi sulla gestione delle emozioni e sulla pianificazione del proprio futuro, invitando ogni mese in classe professionisti e psicologi a parlare ai bambini. E alla fine di ogni anno scolastico il 98% dei suoi studenti di quinta diceva regolarmente di volersi laureare. Harper parla con tenerezza di molti di loro: «Ce n’era uno in particolare a cui penso spesso – dice –. Quando l’ho avuto, in terza, correva ogni giorno fuori dall'aula e non faceva mai i compiti. Ho dovuto stargli vicino, andare a trovarlo a casa, aiutarlo con lo studio, ma nel giro di due anni è diventato il migliore studente della scuola, e ora è nell'albo d’onore del suo liceo».
Se Harper si è impegnata tanto è perché molti bambini le ricordavano suo padre. «Anche lui era cresciuto senza una famiglia alle spalle, ribelle – spiega –. A 12 anni aveva abbandonato gli studi, ma tre anni più tardi grazie a un’insegnante, si è diplomato al liceo, e poi più tardi, mentre lavorava è riuscito a finire l’università». Il lavoro di Harper non è passato inosservato e nel 2019 l’allora 29enne è stata dichiarata l’insegnante dell'anno della città di Washington.
Se si fermasse qui, questa sarebbe una storia a lieto fine. Ma non finisce così. Nel 2022 Harper ha chiesto e ottenuto di parlare alla commissione scolastica della capitale per illustrare i problemi degli insegnanti. Lì ha dichiarato che in ogni anno scolastico lavora l'incredibile cifra di 454 ore in più dell'orario contrattuale. «È impossibile svolgere bene il mio lavoro nel tempo per cui sono pagata» ha detto ai membri della commissione. Poi ha fatto notare che gli insegnanti guadagnano in media il 26,4% in meno rispetto a professionisti con un’istruzione simile e che il tasso con cui gli insegnanti lasciano il lavoro ha raggiunto livelli da record, più dell’8% l’anno – il doppio nelle scuole svantaggiate.
«Il carico di lavoro è ingestibile. La pianificazione delle lezioni, la valutazione, i compiti amministrativi, ma soprattutto gli impegni necessari per intervenire in situazioni familiari difficili esauriscono anche gli educatori più motivati», spiega oggi Harper, che punta il dito anche alla raffica di test divenuti obbligatori nel 2002 per misurare la performance delle scuole, che contribuiscono in modo significativo al burnout dei docenti. «Significa che non puoi vincere, non importa quanto ci provi», conclude Harper, che ci ha provato per 10 anni. Poi, nel 2023, è tornata alla professione legale. Ora sta cercando di diventare giudice, con l’intenzione di continuare a fare la differenza nella vita dei giovani che vengono dai quartieri più poveri. E con la speranza di non ritrovare in tribunale nessuno dei suoi ex allievi.
© riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: