ItalSport, la politica non propizi una decrescita infelicissima
mercoledì 21 novembre 2018
Il temporale è scoppiato. Anzi, un uragano di quelli brutti che alle spalle si lasciano così tante macerie che per quanto proverai a ricostruire, nulla sarà come prima. C'erano state un po' di avvisaglie, nuvole nere all'orizzonte. Si è provato a inchiodare qualche asse di legno davanti alle finestre, ma poi è esploso violento e improvviso. Questo uragano ha un nome meno creativo di quelli che danno i meteorologi. Si chiama Sport e benessere Spa, un nome da centro-massaggi, ideato da Giancarlo Giorgetti e Simone Valente, sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il primo ha una delega che de facto lo rende Ministro dello Sport pur in assenza del dicastero, l'altro è il responsabile delle politiche sportive del Movimento 5 Stelle.
Questa coppia, che rappresenta oggi i poteri forti politici, ha disegnato e imposto un nuovo soggetto istituzionale di nomina esclusivamente politica (come Il Cda della Rai, per capirci) che spazzerà via Coni Servizi Spa, ovvero ciò che oggi regge architettura e cassaforte dello sport italiano. L'effetto è stato fragoroso, Il Coni, in testa il suo presidente Giovanni Malagò, ha denunciato una vera e propria occupazione, un accerchiamento senza via d'uscita o dialogo. Il duo Giorgetti-Valente impone uno svuotamento di poteri e denari al Coni (che gestirebbe ancora 40 milioni di euro destinati solo alla programmazione olimpica) mentre uomini indicati dal Governo, si occuperebbero di politiche di sport di base e di promozione. Nella nostra Italia che, proprio per decisione politica, dal dopoguerra in poi decise di assassinare lo sport nella scuola e tenere rigorosamente separate cultura del movimento e Servizio sanitario nazionale, a far funzionare la baracca è sempre stato il Coni. Sono partiti sempre e solo dal Foro Italico i progetti di sport a scuola, così come quelli che ci hanno fatto vincere medaglie olimpiche. Trattare in questo modo (Gianni Mura, grande narratore di sport, lo ha riassunto perfettamente con un eloquente: «Levatevi dalle balle») i possessori di questo knowhow è decisamente coerente all'idea di parlare di ruspe, vaccini, scie chimiche e terrapiattismo fondando le proprie conoscenze sulla lettura di qualche opinione sul web. L'onorevole Simone Valente, per esempio, trentunenne di Savona, si presenta con un curriculum (pubblicato sulla piattaforma Rousseau) che racconta di sei mesi di stage in una sala fitness di Genova, dieci in una società sportiva di Loano e altri sei alle dipendenze di Decathlon Italia. Purtroppo, in nessuna di queste tre esperienze, si può capire con quale ruolo. Oggi ha elaborato una riforma dello sport epocale, di quelle che cambiano un paradigma. Credo, avendo trascorso tutti i giorni degli ultimi ventotto anni a contatto con il mondo dello sport, dall'oratorio ai Giochi Olimpici, di poter regalare un consiglio agli onorevoli Giorgetti e Valente. Se volete parlare di programmazioni olimpiche, di diffusione della pratica sportiva, di riforma dello sport nella scuola, di mappatura dell'impiantistica (nella scuola e non solo), di campioni-ambasciatori della cultura del movimento, di risparmio (non solo in termini di prevenzione) generato al Servizio sanitario nazionale, di sport e Università, di nuove professionalità sportive del futuro, di innovazione tecnologica e sport, del mettere mano a una discriminatoria legge sul professionismo sportivo che risale al 1981, di investimenti che permettano di riequilibrare la distribuzione delle spese necessarie a sostenere la pratica sportiva (oggi al 75% a carico delle famiglie), di azioni di riconoscimento, defiscalizzazione e sostegno all'associazionismo sportivo (che muove milioni di volontari ogni giorno), di sport quale strumento di integrazione, di sport e turismo, di sport e cultura, insomma di sport come investimento sul capitale umano di questo Paese, fermatevi e ascoltate. Non discutetene in Parlamento, se non dopo aver ascoltato coloro che lo sport lo hanno fatto e diretto, coloro che lo tengono in vita, avendo a che fare ogni giorno con programmazioni, bilanci, sostenibilità. Fermatevi e ascoltateli perché lo sport può essere davvero uno strumento di rinascimento di questo Paese. Invece, oggi, si sente fortissimo il rischio di dover raccogliere, dopo il passaggio dell'uragano Giorgetti-Valente, cocci che diventeranno testimonianza di una decrescita infelicissima e, probabilmente, irrecuperabile.
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