“Io sono Mia”, ricordo senza retorica
giovedì 14 febbraio 2019
Tutto parte dall'Ariston e all'Ariston ritorna e si conclude. Non poteva pertanto che andare in onda sulla scia di Sanremo la fiction sulla Martini (Mimì Bertè), Io sono Mia, martedì in prima serata su Rai 1 (oltre 7 milioni e 700 mila telespettatori e uno share del 31 per cento). Siamo a febbraio 1989. Sopra l'ingresso del popolare teatro della Città dei fiori si legge «XXXIX Festival della canzone italiana». Una figura femminile inquadrata di spalle si avvia verso l'ingresso. È Mia Martini (Serena Rossi), carattere impossibile e sigaretta sempre accesa. Deve provare il pezzo che la riporterà sulla scena dopo anni di oblio. Nell'occasione, rispondendo alle domande di una giornalista, la Martini ripercorre la propria vita dall'infanzia turbolenta in famiglia, alla spensieratezza degli anni Settanta con la sorella Loredana, ai primi contratti importanti, alle difficoltà con i discografici, alle contrastate storie amorose, all'isolamento causato dalle dicerie, messe in giro ad arte, circa il suo portare iella. In un alternarsi di flashback e salti temporali si ritorna a Sanremo 1989. Mia esegue in modo memorabile Almeno tu nell'universo, scritta dall'amico Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio. La fiction finisce qui. Sui titoli di coda, all'esibizione di una splendida Serena Rossi, segue la vera Mia Martini (sembrano la stessa persona), mentre una didascalia ci dice che «Mimì il Festival di Sanremo non lo vinse mai. Anche quell'anno ottenne il premio della critica che oggi porta il suo nome. È morta sei anni dopo quell'esibizione stroncata da un arresto cardiaco mentre ascoltava la sua musica». Bene hanno fatto Monica Rametta, che ha scritto la fiction, e Riccardo Donna che l'ha diretta, a chiudere qui, senza impelagarsi in una fine tragica sulla quale rimangano ancora contrasti. L'importante era riproporci una delle migliori interpreti della canzone italiana di tutti i tempi, raccontandola con emozione, ma senza retorica, attraverso la storia di un'esistenza che poteva essere bella e che invece ha visto pochi momenti di luce in mezzo a tanto buio gran parte del quale causato da un mondo ostile come quello della musica, capace ancora di alimentare pregiudizi e avversioni. Le ultime vicende sanremesi lo confermano.
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