In Rete un romanzo a puntate: la pandemia in chiave fantasy
mercoledì 24 marzo 2021
Ha molto a che fare con la Rete la metamorfosi di Stefano Andrini da giornalista (i lettori di "Avvenire" ricordano certo la sua firma) a scrittore: tutti i romanzi ai quali ha posto mano finora sono stati pubblicati a puntate su Facebook, prima di essere fissati sulla carta. Mi sto godendo il sesto, "Whaea (Madri)", che, dopo lunga fase preparatoria, ha cominciato a essere postato martedì 2 marzo, per la gioia del fedelissimo "gruppo pubblico" di lettori. Il piano dell'opera prevede un capitolo al giorno dal martedì al venerdì, così che ieri, come al solito intorno alle 19, ha visto la luce il dodicesimo ( bit.ly/3vSdwdg ). Per la Settimana santa l'autore ha già annunciato una sospensione; poi, da martedì 6 aprile, i secondi 15 capitoli. Protagonisti del romanzo sono, finora, un piccione, una dottoressa cinese, una prof-spia russa e una città italiana… È un fantasy, e come tanti fantasy ha dei tratti distopici: mettendo a tema la pandemia che stiamo vivendo, lascia tracimare tutta l'inquietudine che, dopo un anno di emergenze, tanti avvertono, magari senza darlo troppo a vedere. Non si contano le scoppiettanti invenzioni narrative, condite di una vis umoristica davvero sorprendente (per chi non ha letto i precedenti romanzi di Andrini). Non mancano i riferimenti alla vita ecclesiale, che l'autore ben conosce. Al centro dei capitoli nono e dodicesimo c'è, egregiamente ritratta, l'ottantenne madre Serafina, «unica superstite di una ventina di religiose che la pandemia aveva spazzato via». Nel capitolo quinto, invece, la solitudine spirituale dei ricoverati per Covid è vissuta così dalla dottoressa cinese: «Ricordava bene, lei buddista, quando somministrò la Comunione a una paziente che la chiedeva come ultimo desiderio prima del lungo viaggio. Il sorriso della donna e le sue lacrime commosse e grate. L'abbraccio con la collega cattolica alla quale aveva raccontato l'episodio». Ma non era un fantasy?
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