Immaturi ma vincenti E pure la serie si ripete
martedì 16 gennaio 2018
Nel 2010 Immaturi, due anni dopo Immaturi - Il viaggio e ora Immaturi - La serie. È bastata una sola idea per farci due film e una fiction (ma si parla già di una seconda) che si rifanno all'unico soggetto di Paolo Genovese. A un gruppo di quarantenni, ex compagni di scuola, viene annullato l'esame di maturità. Il Ministero si accorge, vent'anni dopo, che uno dei membri della commissione non aveva i requisiti necessari e pertanto la prova non è valida. Ma non solo: essendo l'esame di maturità propedeutico rende invalidi anche i titoli successivi, laurea compresa. Pertanto, non c'è alternativa a ripeterlo: o da privatisti, come nel film, o tornando addirittura sui banchi di scuola per rifare l'ultimo anno di liceo, come nella versione televisiva in onda il venerdì in prima serata su Canale 5, che in otto puntate dirette da Rolando Ravello (con Genovese direttore artistico che firma la sceneggiatura con Giovanna Guidoni e Paola Mammini) ripropone sostanzialmente gli stessi personaggi e in parte anche gli stessi attori. Ricky Memphis è ancora Lorenzo, l'irriducibile bamboccione. Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu sono di nuovo Piero e Virgilio, i due amici-nemici. Michele La Ginestra da don Ottavio è diventato don Stefano, ma prete è rimasto. Escono di scena attori come Raoul Bova e Ambra Angiolini. Entrano tra gli altri Ilaria Spada, Daniele Liotti e Nicole Grimaudo. Alcuni temi vengono ripresi pari pari: il tempo che passa, il rifiuto dell'idea di crescere, l'amicizia.... Tutto sul filo dei ricordi per l'ennesima operazione malinconico-nostalgica. In più, nella nuova versione, l'espediente del ritorno in classe permette di allargare la vicenda, ma anche di proporre un confronto generazionale dove i quarantenni giocano a fare gli eterni giovani, mentre gli adolescenti, con i quali si ritrovano a condividere l'aula, si dimostrano spesso più maturi e attenti ai valori della vita. Commedia agrodolce, dunque, supportata costantemente dalla colonna sonora, con frequenti situazioni comiche, ma anche con l'amara constatazione che i veri immaturi, gli irriducibili Peter Pan, sono gli adulti rimasti con un piede nell'adolescenza. Resta da chiedersi se abbia senso allungare il brodo per passare da un film a una serie tv senza particolari accorgimenti nella trasposizione. A dare ragione agli autori, almeno per il momento, sono gli ascolti.
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