“Imma Tataranni”, il peso della storia
giovedì 29 settembre 2022
Immagini di repertorio documentano la partenza dei migranti da Montescaglioso, in Basilicata, verso Torino. In sottofondo i Rokes cantano Che colpa abbiamo noi, successo di metà anni Sessanta. Questa volta Imma Tataranni inquadra, per così dire storicamente, il quinto episodio, che segna l'inizio della seconda stagione della serie di Rai 1 ripartita martedì e che già questa sera prevede un altro appuntamento: due in una settimana, con quello dell'altro ieri che ha registrato quasi 4 milioni e mezzo di telespettatori. In passato ha fatto anche di meglio, ma è pur sempre un buon avvio. Del resto lo scorbutico personaggio del sostituto procuratore di Matera, interpretato da Vanessa Scalera, piace. È una donna fuori dagli schemi, sopra le righe, veste in modo improbabile, è intelligente, forte e caparbia, ma anche molto complicata. Starle accanto non è facile. Però, nel lavoro, è imbattibile. I casi di omicidio che le vengono affidati li risolve grazie alla sua memoria di ferro. Le basta ricordarsi di una foto o di un paio di tazzine sporche per risalire all'assassino, come nell'episodio di martedì in cui viene assassinato un ex abitante di Montescaglioso che ha fatto fortuna alla Fiat. Questa volta, però, le vicende personali hanno un peso maggiore. Imma, che forse ha preso una sbandata per un giovane carabiniere, vive un momento di difficoltà con il marito. Per cui, rispetto agli episodi precedenti, l'ironia rimane, ma c'è meno leggerezza, e non ci sono più i siparietti familiari a sdrammatizzare, anzi: qui le cose si fanno serie e se il caso di omicidio è risolto, quello con il marito resta aperto e farà da filo rosso. Mentre Matera, con i panorami e gli scorci da cartolina, continua a giocare un ruolo importante accanto alla brava Scalera e a un bel gruppo di comprimari.
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