Il ritiro sospeso tra carta e web: tre puntate e la via da percorrere
mercoledì 7 febbraio 2018
La vicenda del ritiro spirituale per omosessuali annunciato e poi sospeso in diocesi di Torino è degna di essere descritta, oltre che nel merito, come ha già fatto qui su "Avvenire" Luciano Moia ( tinyurl.com/yah2hnyh ), anche per il ruolo che vi hanno giocato, rispettivamente, i media tradizionali e quelli digitali. All'iniziativa, infatti, ha dato l'iniziale risonanza il quotidiano "la Stampa", lanciando la notizia dalla prima pagina dell'edizione di sabato 3 febbraio, oltre che, ovviamente, pubblicandola sul proprio sito ( tinyurl.com/y85arusb ). Con un titolo e un testo certamente costruito in modo da suggerire la presenza in essa di tratti di forte innovazione nell'ambito della cura pastorale delle persone omosessuali.
La seconda puntata si è svolta tutta in Rete, e tutta nel circuito dei siti e blog antimoderni, i quali unanimi hanno accreditato anch'essi l'idea che quel ritiro contenesse aspetti innovativi, ma al fine di stigmatizzarne il progetto, descritto senza mezzi termini, e con sdegno, come contrario a tutto ciò che il magistero insegna in materia. La terza puntata, che è centrata sulla decisione, da parte di monsignor Nosiglia, di «sospendere l'iniziativa del ritiro», si è diffusa in Rete, variamente commentata, ma da essa è tornata a rimbalzare sulla carta stampata, quella de "la Stampa" e, come detto, di "Avvenire".
«A proposito di alcuni interventi dei media…» è, del resto, proprio l'incipit della dichiarazione dell'arcivescovo di Torino ( tinyurl.com/yazj3gg5 ), a dire di una consapevolezza ben esplicitata sul finire del comunicato. La via indicata con convinzione da monsignor Nosiglia è quella di pubblicare su questo ambito pastorale, «poiché si tratta di persone in ricerca, che vivono situazioni delicate e anche dolorose», un'informazione che «corrisponda alla verità e a una retta comprensione di quanto viene proposto». Una via che potrà anche apparire stretta e in salita: ma, come questo caso dimostra, all'orizzonte non se ne vedono ancora altre.
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