“Il provinciale” viaggia nell'anima dell'Italia
martedì 17 novembre 2020
Chi sabato scorso era in lockdown o ci si è messo volontariamente evitando l’ultimo pomeriggio di shopping nelle regioni destinate a diventare rosse il giorno dopo, potrebbe essersi imbattuto alle 17.15 su Rai 2 in un ottimo programma, Il provinciale, che al di là del titolo racconta un’Italia forse meno conosciuta, quella della provincia, ma non per questo meno importante, bella, ricca di storia, arte, spiritualità e valori, che ben si addice a un viaggio dell’anima come quello che sta compiendo Federico Quaranta, un po’ conduttore e un po’ viandante, con questo itinerario televisivo partito dalla Calabria, e ora, nell’appuntamento del 14 novembre, in attesa di proseguire altrove, approdato in Umbria, da sempre terra dello spirito, culla dei santi e patria d’elezione di molti eremiti (da qui il titolo della puntata Eremi ed eremiti in Umbria – Il cammino dello spirito). Partendo dal Monte Subasio, monte sacro a tutti i popoli umbri probabilmente per la sua conformazione e rifugio anche di San Francesco, il conduttore–viandante ha guidato i telespettatori attraverso numerosi luoghi sacri dalla grande forza suggestiva come l’Eremo delle carceri per incrociare cammin facendo storie eremitiche di ieri e di oggi: da quella antica degli eremiti cacciati dalla Siria e mandati dal Papa in Val Nerina per evangelizzare una popolazione che dopo la caduta dell’Impero Romano era dedita a culti e credenze pagane, a quella odierna di Teresa, una donna di novantuno anni che dal 1986 vive sola sulla cima del Monte Fionchi. O ancora quella di Pietro, unico residente di un paese disabitato, Colle Olivo. E dopo aver navigato in barca a remi le Fonti del Clitunno, aver attraversato i ponti di Spoleto e di Narni, il viaggio di Federico Quaranta (anche autore del programma insieme a Giuseppe Bosin, Andrea Caterini, Lillo Iacolino e la regia di Sergio Spanu) si è concluso con una scalata sulla cima di un altro monte, il Sant’Angelo, dove sorgeva un antico eremo dedicato a San Michele. Da lì lo sguardo si perde sulle bellezze naturali di una regione unica al mondo. «Io non so come si chiami il vostro Dio – chiosa il conduttore –, ma sicuramente questa è opera sua». Un buon viatico per continuare a seguire Il provinciale.
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