Il protovescovo Massimo di Torino Miracoli punitivi e gloria digitale
domenica 28 giugno 2020
Nel corso della settimana appena conclusa ho incontrato, nella blogosfera ecclesiale che frequento regolarmente, cinque santi e beati, tutti popolari e popolarissimi. In ordine di apparizione: Tommaso Moro, Pier Giorgio Frassati, Giovanni Battista, l'arcangelo Raffaele e Josemaría Escrivá de Balaguer. Nessuno spazio, invece, per san Massimo di Torino, la cui festa liturgica ricorreva il 25 giugno. Cerco meglio e trovo che, nelle rispettive sezioni dedicate al santo del giorno, hanno parlato di lui "Avvenire", "Aleteia" e "Papaboys 3.0". Più un post di Pier Giuseppe Accornero su "La Voce e il Tempo" ( bit.ly/2NzDMnN ) e la parte finale di un post di Lucia Graziano su "Una penna spuntata" ( bit.ly/3i1a5Ke ): l'uno mi ha confermato fin dal titolo la scarsa fama di questa pur grande figura di padre della Chiesa, e l'altra mi ha convinto ad aggiungermi, pur se con ritardo, alla piccola schiera dei suoi agiografi digitali. Pare infatti che san Massimo, protovescovo di Torino, sia autore, secondo le agiografie medievali, di una nutrita serie di «miracoli punitivi»: un topos basato sul presupposto che, «così come i santi possono procurare speciali grazie ai fedeli che li pregano con particolare devozione, allo stesso modo possono decidere di punire gli empi che li sfidano sfrontatamente». Graziano, divertita, classifica tali miracoli in diverse categorie, che vanno dai «rimbrotti scherzosi a fedeli un po' troppo scettici» agli «aut aut a chi fa un voto ma poi non lo rispetta», fino ai più frequenti «miracoli di santi con le crisi d'abbandono». Come quelli, appunto di san Massimo, la cui festa non divenne mai popolare a Torino: troppo vicina a quelle del patrono san Giovanni Battista e della patrona Madonna della Consolata. A compensarlo, come ricorda Accornero, ci hanno pensato il cardinale arcivescovo torinese Michele Pellegrino, che rilanciò lo studio, la conoscenza e l'amore verso di lui, nonché papa Benedetto XVI, che nel 2007 ne fece il protagonista di un'ammirata catechesi durante l'udienza generale.
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